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Milano, via libera al recupero di Torre Galfa
Un investimento di 100 mln di euro per trasformare il grattacielo, in disuso da 16 anni, in una struttura ad alta effecienza destinata ad hotel e residenze
giovedì 30 aprile 2015
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Erika Seghetti
Dopo essere diventata, da simbolo del boom economico ed immobiliare di Milano, a simbolo dell'abbandono, la Torre Galfa vivrà una nuova vita. E' stato presentato ieri il progetto di riqualificazione che destinerà il grattacielo di 31 piani e 103 metri d'altezza che sorge tra il Pirellone e la nuova sede della Regione Lombardia, per metà ad albergo e per metà a residenze.
"La Torre Galfa- ha detto il vice sindaco e assessore all'Urbanistica di Milano Ada Lucia De Cesaris- era diventato uno dei simboli dell'abbandono. Questo progetto si inserisce nel lavoro dell'amministrazione per per la rigenerazione e la riqualificazione del patrimonio esistente. E' un progetto di grande delicatezza, di restauro e di continuità con tutta l'area, compatibile con il parere della zona."
Le vicissitudini
L'edificio, costruito nel 1959 sul progetto dell'architetto Melchiorre Bega, era stato acquistato nel 1980 dalla Bpm che lo abbandona nel 2001 (anno dal quale la torre è completamente sfitta) e lo cede al gruppo Fonsai, allora di proprietà della famiglia Ligresti, nel 2006. La Torre Galfa era stata al centro delle cronache nel 2012, quando era stato brevemente occupato dal collettivo di Macao, il centro per le arti di Milano.
100 mln di euro per una riqualificazione ad alta efficienza
Il progetto di riqualificazione, curato dall'architetto Maurice Kanah dello Studio Bg&K Associati, e per il quale Unipolsai investirà 100mln di euro, mira a conservare l'immagine della torre così come era stata disegnata da Bega, valorizzandone alcune peculiarità come la facciata a vetrata continua, dotandolo di pannelli fotovoltaici e sistema geotermico.
I lavori inizieranno a gennaio 2016 per terminare alla fine del 2017.