Tecnologie innovative

Nest, il termostato intelligente fa davvero risparmiare energia?

Quattro studi statunitensi hanno monitorato i consumi di abitazioni che hanno installato Nest. I risultati sono parziali, ma incoraggianti

martedì 26 maggio 2015 - Erika Seghetti

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Promette grandi risparmi energetici, dettati da una gestione intelligente ed ottimizzata dei consumi in base alle reali esigenze degli occupanti, grazie all'autoapprendimento delle abitudini d'uso. Parliamo del 'famoso' termostato intelligente Nest, il cui funzionamento- che si fonda sulla capacità di apprendimento delle abitudini degli utenti-  e i relativi benefici sono finiti nel mirino di una serie svariata di studi, condotti per verificare se le promesse sono mantenute nella pratica e con quali numeri. Riportiamo i risultati di tre report 'indipendenti' e quelli di un whitepaper redatto da Nest, che indagano diversi ambiti applicativi, in modo da avere un quadro il più esaustivo possibile.


Studio della utility Trust Energy dell'Oregon

Lo studio condotto dalla utility Trust Energy di Oregon si concentra sui sistemi in pompa di calore, utilizzati per il riscaldamento. La utility – che era alla ricerca di un sistema alternativo di controllo rispetto a quelli attualmente utilizzati- ha installato i termostati Nest in 185 case, e 174 di questi sono stati monitorati per un’intera stagione invernale, confrontando i risultati con quelli ottenuti nella stagione precedente.  Al monitoraggio è seguito anche un sondaggio rivolto agli utilizzatori per capire come si erano ‘trovati’ con il nuovo dispositivo.
Cosa è emerso dai risultati? Fra i dati principali, i seguenti:

-   Il risparmio medio di energia elettrica è risultato in media del 12%
-   Più del 60% dei partecipanti hanno definito le loro abitazioni ‘molto più comode’


A questi dati generali se ne aggiungono altri di dettaglio, frutto di una sotto-categorizzazione per: età e livello di istruzione degli abitanti, tipologia di alloggio, posizione geografia e via dicendo. Da questi sono emerse alcune evidenze:

-    Le case prefabbricate hanno registrato i risparmi più consistenti, quasi il doppio della media generale.
-    Nelle case dove Nest sostituiva un termostato programmabile, i risparmi sono stati maggioti rispetto alle abitazioni dove era installato un termostato non programmabile.
-    Le case che hanno utilizzato più energia nel passato ne hanno risparmiata di più (1.785 kWh annui), mentre il campione a più basso reddito ha ottenuto la percentuale più alta di risparmio: 11,1% (1.654 kWh).

Dati da prendere con cautela

Sebbene i risultati siano molto incoraggianti, il report raccomanda una certa cautela per quanto riguarda i risultati dei cosiddetti ‘sottogruppi’, perché il campione viene ritenuto troppo piccolo per fungere da modello. Viene inoltre sottolineato che il periodo analizzato è di una sola stagione e che quindi per avere dati più certi il monitoraggio dovrebbe essere svolto negli anni.


Due studi in Indiana
Atri due studi, commissionati da due diverse società energetiche dell’Indiana, sono stati condotti dal gruppo Cadmo, specializzato in ricerche di mercato. In entrambe i casi è stato monitorato il consumo di gas nel corso della stagione invernale (riscaldamento) e quello di energia elettrica nel corso della stagione estiva (raffrescamento). Il primo si è valso di un campione di 400 abitazioni, il secondo di 300, la metà delle quali era servita da un termostato programmabile standard e l’altra metà da uno non-programmabile. I risultati sono stati i medesimi per entrambe gli studi:

-    Per il riscaldamento, Nest ha consentito un risparmio energetico del 13% rispetto alle case con termostato non programmabile. Il termostato programmabile ha consentito un risparmio fra il 5 e l’8% rispetto al dispositivo base
-    Per il raffrescamento, Nest ha consentito un risparmio fra il 16% e il 14% rispetto alle case con termostato non programmabile. Le case con termostato programmabile hanno risparmiato il 13-15% rispetto al dispositivo base

In conclusione, Nest ha battuto con risultati a due cifre le abitazioni con termostato non programmabile sia per il raffrescamento che per il riscaldamento. Rispetto invece al termostato programmabile, Nest ha consentito grandi risparmi in caso di riscaldamento, mentre in modalità raffrescamento i consumi sono risultati pressoché gli stessi.

Un white paper da Nest


Le analisi condotte da Nest sono molto diverse da quelle dei report precedenti e si basano sul confronto fra due ‘gruppi’: uno di utilizzatori di Nest e l’altro di non utilizzatori. E l’obiettivo principale è quello di confrontare utenti con una certa dimestichezza con dispositivi di controllo. Entrambe i campioni sono infatti composti da utenti che avevano utilizzato la piattaforma MyEnergy, nata con l’obiettivo di aiutare i clienti a monitorare ed analizzare i loro consumi energetici.
I grafici seguenti mostrano le percentuali di risparmio ottenute dai due gruppi(il primo dei non-utilizzatori di Nest):




Tradotti in percentuale, i dati parlano di un risparmio nei consumi, grazie a Nest, di:
- 9,6% per il riscaldamento
- 17,5% per il raffreddamento

I risultati sono quindi in linea con quelli degli altri studi. Anzi, sul riscaldamento sono addirittura inferiori rispetto a quelli registrati da società indipendenti.
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