Riportiamo di seguito la posizione espressa da Finco durante l'incontro con la Presidenza del Consiglio, Ministro Calderone e On Caldoro, neo responsabile per i Rapporti con le Organizzazioni e le parti sociali.
"Il tema è vastissimo e delicato vengo dunque subito al punto per sottolineare alcuni aspetti assolutamente fondamentali dal punto di vista della nostra Federazione, che raggruppa 40 Associazioni per oltre 13 mila imprese. L'architrave che regge le nostre considerazioni è che la sicurezza sui luoghi di lavoro si ottiene attraverso la qualificazione delle imprese pertanto:
a)In mancanza di tale qualificazione qualunque iniziativa, di stampo prevalentemente burocratico quale la Patente a Crediti, non può che incidere marginalmente.
b)È quindi non decisivo insistere circa maggiori controlli su tale Patente piuttosto che sulla reale qualificazione delle imprese ed è altrettanto non decisivo, ed anzi dannoso sotto il profilo degli adempimenti burocratici in capo alle imprese, pensare di estendere tale Patente anche a settori diversi da quello edile.
c)Oltre al tema della qualificazione delle imprese centrale, e collegato, è quello della formazione anche sotto il profilo dell’ acquisizione di questa esigenza nella fase scolare. In questo senso, poiché la sicurezza è, tra l’altro, un requisito caratterizzante la produzione italiana del Made in Italy, ad esempio nel comparto dell’involucro edilizio, non sarebbe male dedicare proprio nel Liceo così denominato un’ attenzione speciale al tema.
d)L'Esecutivo ha finalmente, dopo anni, licenziato nell'ambito del cd "Correttivo" Appalti (Dlgs 209/24) una norma che va nel senso di premiare tale reale qualificazione e conseguente sicurezza: la possibilità di essere qualificati agli Appalti Pubblici - con ovvie ricadute anche nel settore privato - solo con i lavori effettivamente svolti e non anche con quelli subappaltati. Registriamo in proposito, finora, una posizione ferma dell'Esecutivo in merito a tale tema (con la condivisibile eccezione dell'applicazione delle nuove regole a decorrere dall'approvazione delle medesime e non riguardante appalti precedenti) .
Segnaliamo con estrema urgenza e preoccupazione, viceversa, la posizione difforme da quella dell'Esecutivo maturata nell'ambito delle Commissioni competenti di Camera e Senato. Non c'è alcun bisogno di referendum sul divieto di subappaltare ma estrema necessità - se si vuole davvero la sicurezza in cantiere - di mettere in campo tutte le misure volte alla qualificazione delle imprese. Sotto questo profilo non possiamo non sottolineare la scomparsa nel Codice degli Appalti del ribasso massimo tra appalto e subappalto, prima fissato nel 20%, nonché quella delle Categorie Superspecialistiche e, finanche, delle categorie di lavorazioni specialistiche a qualificazione obbligatoria.
La notevole tecnicità della materia non può essere un alibi, sia consentito il termine, per non approfondire puntualmente un settore che intercetta il 10%, ed in epoca PNRR anche di più, del PIL del nostro Paese.
e) Va definitivamente superata la narrativa, strumentale, faziosa e finalizzata a rimpinguare le Casse Edili gestite dai soggetti titolari dei contratti edili firmati dalle Organizzazioni comparativamente più rappresentative, circa l'esclusività di tale contratto nel settore dell'edilizia ed il tentativo di arrivare ad un mondo delle costruzioni "panedile", a tutto beneficio dei bilanci delle suddette Casse; soggetti privati che svolgono ormai in regime di monopolio crescenti compiti di interesse pubblico, (vedi giudizio di congruità sulla manodopera etc.) ed il cui atteggiamento verso le imprese non edili diventa sempre più aggressivo.
È appena il caso di ribadire che nessuno è naturalmente per i Contratti pirata, fattispecie quanto più lontana possibile delle Imprese Specialistiche e Superspecialistiche, ma va assolutamente avversata l'interpretazione per la quale garantiscono sicurezza solo certi contratti.
Con il Nuovo Codice dei Contratti Pubblici (Ministro Giovannini) siamo arrivati al punto che è addirittura la Stazione Appaltante a decidere il Contratto che deve applicare l'appaltatore, togliendo all'impresa una delle poche libertà imprenditoriali ormai rimaste. Purtroppo con il Ministro Calderone non abbiamo vista alcuna soluzione di continuità, al punto che di fatto viene osteggiata l'operatività di un Contratto dell'Edilizia alternativo che prevede una sola Cassa Edile centralizzata - che vede tra i sottoscrittori più di una organizzazione qui presente - invece che tante quante sono le Provincie italiane, con la pletorica presenza di Consigli di Amministrazione e di differenti importi in base alla provincia in cui si opera .
f) Infine, va chiarito una volta per tutte che l'edilizia è una parte importante ma non esaustiva del mondo delle costruzioni: chi costruisce un ponte in acciaio è un costruttore ma non è un edile, chi esegue un impianto tecnologico è un metalmeccanico non un edile, un’ impresa di restauro non deve essere assolutamente forzata, come sta avvenendo in questi tempi, ad applicare il contratto dell'Edilizia invece che quello del Restauro.
Cosa che del resto sarebbe del tutto irragionevole anche sotto il profilo della sicurezza visto che nei cantieri che applicano il Contratto adeguato, cioè in questo caso quello del Restauro non succede un incidente dai tempi, se mi si consente la battuta, di Michelangelo, mentre in edilizia purtroppo la situazione è ben diversa.
Occorre in sostanza che il settore dell'edilizia risolva i propri problemi di sicurezza (e non) senza scaricarli o tentare di farlo continuamente su altri settori (vedi proposta di Legge sulla Professione del Costruttore Edile, proposta dal PD), che ancora una vota cerca di includere nel settore dell'edilizia anche quelli relativi ai comparti delle Lavorazioni Specialistiche e Superspecialistiche prevedendo ulteriori aggravi burocratici con l'istituzione - Dio ce ne scampi - di apposite Sezioni edili nell'ambito di ciascuna Camera di Commercio , utilissime a futuri incroci onde rimpinguare le adesioni alle Casse Edili di quelle aziende ancora non ad esse iscritte. Se è in un certo senso naturale , sotto la fortissima pressione del Sindacato, di uno in particolare, la posizione del PD in questo quadro , siamo viceversa francamente stupiti dell'atteggiamento che, in sede parlamentare, stanno tenendo in merito alcuni esponenti della Maggioranza.