Normativa

Esclusione dalla gara per violazioni fiscali sopra i 5mila euro: la Consulta promuove il vecchio Codice

La Corte costituzionale ha dichiarato la non fondatezza della questione di legittimità costituzionale, sollevata dal Consiglio di Stato, dell’articolo 80, comma 4, secondo periodo, del decreto legislativo n.50 del 2016 (vecchio Codice dei contratti pubblici)

martedì 29 luglio 2025 - Alessandro Giraudi

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Il Consiglio di Stato, sezione terza, con l’ordinanza n. 196 dell’11 settembre 2024, ha sollevato, in riferimento all’art. 3 della Costituzione, una questione di legittimità costituzionale dell’art. 80, comma 4, secondo periodo, del vecchio Codice dei contratti pubblici (d.lgs. n. 50 del 2016), ove si prevede che le violazioni definitivamente accertate rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse sono «gravi», e quindi causano l’esclusione dalla partecipazione a una procedura di appalto, se comportano un omesso pagamento superiore all’importo di cui all’art. 48-bis, commi 1 e 2-bis, del d.P.R. n. 602 del 1973, attualmente pari a 5.000 euro. La disposizione contestata è ancora applicabile ratione temporis a numerose gare. 

Palazzo Spada dubita della legittimità costituzionale di tale disposizione in riferimento all’art. 3 Cost. sotto il profilo del contrasto con i principi di ragionevolezza e proporzionalità. Ciò in quanto viene considerata «grave» la violazione tributaria nel caso di «mero superamento della soglia fissa e predeterminata di cinquemila euro, in forza della relatio all’art. 48-bis d.P.R. 602 del 1973». 

Consulta: non fondata la questione

Con la sentenza n. 138 depositata il 28 luglio 2025, la Corte costituzionale ha dichiarato la non fondatezza della predetta questione di legittimità costituzionale. Secondo la Consulta, l'importo di cui all’art. 48-bis, commi 1 e 2-bis, del d.P.R. n. 602 del 1973, attualmente pari a 5.000 euro, non è sproporzionato in quanto la soglia richiamata esprime un certo grado di significatività del debito fiscale, al di sopra del quale il legislatore nella sua discrezionalità ha ritenuto di non consentire la partecipazione alle procedure di affidamento di contratti pubblici.

La misura si rivela anche non manifestamente irragionevole, in quanto essa contempera l’esigenza di trattare con estrema severità, come richiesto dalle norme europee, i concorrenti che hanno commesso violazioni fiscali definitivamente accertate con la possibilità di consentire loro la partecipazione a fronte di violazioni di importo non significativo.

La Corte costituzionale ha concluso affermando che spetta al legislatore, nell’osservanza delle norme dell’Unione europea, valutare l’opportunità di prevedere una diversa soglia di esclusione per le violazioni fiscali definitivamente accertate. Spetta altresì al legislatore, nella misura in cui ciò corrisponda alle esigenze del buon andamento dell’amministrazione, considerare la possibilità di non escludere dalla partecipazione alla gara l’operatore economico che abbia commesso una violazione di importo superiore alla soglia di rilevanza, qualora provveda a pagare tempestivamente il debito fiscale rimasto inadempiuto.

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