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Modifiche al Superbonus, Anima Confindustria: danneggiata la filiera della meccanica

Il Decreto Aiuti quater - che vede la riduzione dell'aliquota dal 110% al 90% dal 2023 e che fissa un periodo transitorio molto stretto - preoccupa molto le aziende del comparto, in particolare su lavori già programmati e appaltati

giovedì 1 dicembre 2022 - Redazione Build News

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Le modifiche al Superbonus introdotte con il Dl Aiuti-quater impattano con forza la filiera della meccanica. Il provvedimento - che vede la riduzione dell'aliquota dal 110% al 90% dal 2023 e che fissa un periodo transitorio molto stretto - preoccupa molto le aziende del comparto, in particolare su lavori già programmati e appaltati.

Anima Confindustria condivide la necessità di rivedere l’attuale disciplina, facendo però un’attenta valutazione del quadro esistente e delle possibili implicazioni di una sua modifica, al fine di non compromettere numerosissime aziende dell’edilizia e scongiurare danni irreparabili sul fronte occupazionale e produttivo.

Il presidente di Anima, Marco Nocivelli, evidenzia come «il Superbonus 110% è stata una misura fondamentale per permettere all’Italia di uscire dalla crisi economica causata dalla pandemia, dando lo slancio necessario al settore dell’edilizia dopo anni di difficoltà. Questa misura ha permesso di collocare il settore delle costruzioni come perno della transizione ecologica, in un Paese che ha un'assoluta necessità di interventi sugli edifici per migliorarne l’efficienza energetica e soddisfare i nuovi paradigmi di sostenibilità. I bonus per l’efficienza energetica hanno tracciato una strada, che dovrà continuare a essere percorsa, al fine di portare avanti e completare il processo di rinnovamento green. Il governo non dovrebbe bloccare la transizione energetica, ma continuare ad aiutarla, visto che mancano solo otto anni al 2030».

È quindi essenziale prevedere una serie di correttivi per superare il nodo del tetto ISEE: in un’ottica di rimodulazione del contributo si propone un’aliquota differenziata, al fine di permettere un effettivo accesso all’incentivo per i soggetti beneficiari, prevedendo per gli interventi sulle unifamiliari un’aliquota del 90% per i redditi di riferimento fino ai 25.000 euro e del 75% per i redditi al di sopra dei 25.000 euro.

Garantire tempistiche di adeguamento più flessibili: si ritiene necessario estendere la deroga introdotta per la CILA e la delibera assembleare di approvazione di esecuzione dei lavori dal 25 novembre 2022 al 31 dicembre 2022, al fine di garantire un più graduale adattamento al nuovo contesto normativo per i soggetti che si apprestano ad effettuare investimenti in tal senso.

E infine, garantire regole chiare e armonizzate: Anima propone la redazione di un Testo unico degli incentivi per l’edilizia in grado di semplificare e inquadrare in modo organico la disciplina, a favore degli operatori e dello Stato stesso.

«La filiera e i cittadini stessi – interviene Alberto Montanini, vicepresidente di Anima Confindustria – sono preoccupati dall’improvviso abbassamento dell’aliquota al 90% per i condomini, che modifica l’orizzonte temporale certo e condiviso sul quale imprese e beneficiari hanno basato le proprie decisioni e i propri investimenti. Come Anima, chiediamo alle istituzioni di aprire un confronto con tutte le parti coinvolte per definire un quadro regolatorio stabile, che possa coniugare il raggiungimento dei target di sostenibilità con la tutela della filiera dell’edilizia, scongiurando il temuto effetto “bolla del mercato” che riporterebbe il settore alla situazione di difficoltà pre-pandemica. Oltre al miglioramento dell’efficienza energetica, che passa obbligatoriamente dal rinnovamento del parco edilizio, questa revisione permetterebbe inoltre di orientare i beneficiari del Superbonus verso le tecnologie più efficienti e promettenti per il comfort edilizio, andando a premiare una produzione industriale in gran parte radicata nel nostro Paese».

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