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PNRR, Fond. Inarcassa: “L’appalto integrato non è la scorciatoia giusta”

Il Presidente della Fondazione Inarcassa, Andrea De Maio, chiede al legislatore un intervento correttivo urgente: “L'appalto integrato si sta rivelando uno strumento opaco, che mette a rischio la qualità delle opere pubbliche e svuota di significato il principio dell’equo compenso”

mercoledì 23 luglio 2025 - Redazione Build News

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«L’appalto integrato non è la scorciatoia giusta per accelerare la spesa del PNRR. Anzi, si sta rivelando uno strumento opaco, che mette a rischio la qualità delle opere pubbliche e svuota di significato il principio dell’equo compenso». È il forte monito lanciato dal Presidente della Fondazione Inarcassa, ingegner Andrea De Maio, che chiede con urgenza un intervento correttivo da parte del legislatore.

Nato come eccezione, l’appalto integrato – che consente di affidare congiuntamente progettazione ed esecuzione – è tornato ad essere utilizzato in modo massiccio, spinto dalla pressione sugli enti attuatori per rispettare i tempi imposti dal PNRR. Ma secondo Fondazione Inarcassa, il ricorso indiscriminato a questo istituto sta generando effetti distorsivi.

«Affidare la progettazione a chi poi realizzerà i lavori – spiega De Maio – significa rinunciare a un principio basilare di trasparenza. Il progettista perde la sua autonomia e si ritrova a dover rispondere agli interessi dell’impresa, e non a quelli dell’amministrazione pubblica. Così facendo, si indebolisce anche la possibilità di garantire un equo compenso al professionista, che non ha più un rapporto diretto e libero con il committente pubblico».

Fond. Inarcassa: l'appalto integrato non ha mai garantito vantaggi certi in tempi e costi

Secondo la Fondazione – che rappresenta oltre 170.000 ingegneri e architetti liberi professionisti – l’esperienza italiana dimostra che l’appalto integrato non ha mai garantito vantaggi certi né in termini di tempi né di costi, ma ha spesso favorito ritardi, contenziosi, opere di bassa qualità e aumento della spesa pubblica.

«Sarebbe utile, a questo punto, un’analisi trasparente e comparata – aggiunge De Maio – per valutare se davvero l’appalto integrato consenta un risparmio effettivo rispetto alle procedure ordinarie. Perché il dubbio, più che legittimo, è che si tratti di una semplificazione solo apparente, che scarica inefficienze e maggiori oneri sulle amministrazioni e sui cittadini».

Chiesto intervento del Parlamento e vigilanza di Anac e Corte dei conti

Fondazione Inarcassa chiede al Parlamento di intervenire, limitando l’uso dell’appalto integrato ai soli casi di effettiva complessità tecnica e innovazione, e invita ANAC e Corte dei conti a vigilare attentamente sull’utilizzo dell’istituto, soprattutto in relazione agli investimenti legati al PNRR.

«L’Italia non ha bisogno di opere realizzate in fretta, ma male. Ha bisogno di progettazioni serie, indipendenti, sostenibili, pensate davvero per il bene pubblico. Solo così – conclude il presidente De Maio – potremo costruire un Paese moderno, sicuro e all’altezza delle sfide che ci attendono».

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