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Recupero della copertura dell’ala nord di Villa Nogarola a Castel D’Azzano

Il sistema Isotec contribuisce al recupero del tetto della Villa, grazie alle sue caratteristiche isolanti, ma che favoriscono la ventilazione

lunedì 16 settembre 2024 - Redazione Build News

Villa Nogarola_ISOTEC (6)

Villa Violini, appartenuta alla famiglia dei conti Nogarola, sorge sul territorio del comune di Castel D’Azzano in provincia di Verona e vanta una storia secolare, la cui presenza è testimoniata fin dalla fine del 1200, edificata probabilmente sul sedime di un antico castello duecentesco come baluardo difensivo fortificato. Dal 1997 il grande immobile è entrato nelle disponibilità del Comune di Castel D’Azzano che, dopo il restauro di una parte dell’edificio, ha portato qui la sua sede di rappresentanza, gli uffici, la sede della polizia municipale e la biblioteca, dislocati nell’ala sud.

L’ala nord, ancora inutilizzata, è stata recentemente oggetto di un intervento di recupero della copertura, reso urgente dall’avanzato stato di ammaloramento: piccoli cedimenti localizzati e diffusi avvallamenti nella struttura di copertura avevano provocato gravi infiltrazioni e crolli di alcune parti del tetto.


La ristrutturazione del tetto dell’ala nord

L’intervento di restauro della copertura dell’ala Nord – eseguito dalla ditta Lavelli Costruzioni s.n.c. di Peschiera del Garda su commissione del Comune di Castel D’Azzano, con la Direzione dei lavori dell’architetto Adolfo Butturini – è iniziato da un’attenta valutazione dello stato conservativo della struttura di copertura, costituita da un’orditura in legno e tavelline in laterizio di epoche diverse.

Quindi, in base ad un attento studio preliminare dello stato dell’arte e alle condizioni riscontrate, si è intervenuti realizzando interventi consolidanti alle capriate e alle strutture principali e secondarie recuperabili, mentre gli elementi lignei compromessi sono stati sostituiti con travi di equiparabile fattura, operando un risanamento conservativo attento e rispettoso della storicità dell’insieme.


L’orditura di travetti su cui poggiano le tavelline in laterizio è stata sostituita integralmente in quanto ammalorate e sottodimensionate per i canoni attuali. L’ala nord, che costituisce la copertura di dimensioni maggiori, presentava tavelle forate di tipo industriale anni ‘70, che sono state completamente sostituite da tavelline in cotto tipo fatte a mano per ridare dignità al sottotetto, che potrà così essere lasciato a vista per gli utilizzi futuri, non ancora ben definiti vista la sovrabbondanza di spazi rispetto alle necessità del Comune proprietario. Le tavelle storiche in cotto in buono stato, presenti nel corpo centrale, sono state recuperate, verificate, pulite e riutilizzate in due locali su tre del corpo centrale, ricreando l’effetto antico e privilegiando la coerenza nell’aspetto a vista degli ambienti sottotetto.

Il sistema tetto

Sulla struttura portante della copertura così restaurata, previa stesura del telo traspirante Elytex-N, è stato posato il sistema termoisolante ventilato Isotec di Brianza Plastica, di spessore 80 mm e passo 36,5 cm, al cui correntino sono stati agganciati bicoppi di canale. I bicoppi, abbinati a coppi di coperta anticati, sono stati scelti per la loro maggiore stabilità sia in fase di cantiere – facilitando la pedonabilità – che per la successiva fase in opera, come fermo supporto per i coppi di coperta.

Il sistema Isotec – soluzione isolante preassemblata con anima isolante in poliuretano e correntino metallico integrato – ha permesso di procedere speditamente nell’esecuzione del pacchetto di copertura poiché, con un unico passaggio di posa, consente di realizzare un impalcato portante, isolante e ventilato, che funge da seconda impermeabilizzazione in caso di rottura accidentale del manto, oltre ad assolvere la funzione di supporto per le tegole.

“Il sistema Isotec, posato completamente a secco, con le opportune accortezze inerenti la regolazione dei tirafondi” spiega l’arch. Bruno Maffezzoli, Direttore tecnico per i restauri dell’impresa Lavelli Costruzioni, “consente di gestire con semplicità la non perfetta planarità delle strutture di coperto, nate per le tavelline e non per un assito, e quindi non perfettamente piane, ottenendo un’opera eseguita a regola d’arte”; inoltre consente di lavorare in sicurezza sul piano in tavelline di cotto, perché, partendo con la posa dei pannelli dalla gronda e risalendo verso il colmo, le maestranze possono muoversi sul piano appena posato anziché sul fragile piano in cotto, evitando danni allo stesso e possibili infortuni.


“Un’altra particolarità dell’opera – continua Maffezzoli - è certamente la presenza del tratto di merlatura sulla testa del corpo costruttivo, che ha richiesto un trattamento particolare per gestire il deflusso delle acque meteoriche, con la realizzazione di una scossalina di lattoneria molto larga e alta, per far sì che la pioggia possa facilmente essere incanalata agli scarichi o, nel caso di intasamento degli stessi, possa tracimare all’esterno della merlatura prima di infiltrarsi sotto i manti impermeabilizzanti. La larga fascia in lattoneria, che ha richiesto l’eliminazione dei correntini dei pannelli per mantenerla sul piano di scolo dell’acqua, facilita future manutenzioni (pulizia guano, etc.) senza che sia necessario il calpestìo dei coppi”.

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