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Consultazione sull'economia circolare: la posizione delle Regioni

In un documento i suggerimenti della Conferenza delle Regioni per sviluppare un modello di Economia Circolare in Italia, che contribuisca all’attuazione della Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile

mercoledì 11 ottobre 2017 - Redazione Build News

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La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso lo scorso 5 ottobre la propria posizione in merito alla consultazione “Verso un’economia circolare” lanciata dal Ministero dell'Ambiente.

“La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome”, si legge nel documento – IN ALLEGATO - “apprezza l’iniziativa del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM) di procedere con una consultazione pubblica per sviluppare un modello di Economia Circolare (EC) in Italia, che contribuisca all’attuazione della Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile. La Conferenza intende contribuire a definire gli obiettivi di EC per realizzare modelli di produzione e di consumo sostenibili, in continuità con gli impegni già adottati con l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, in sede di G7 e nell’Unione Europea.”

La Conferenza “considera positivamente il Documento di inquadramento e di posizionamento strategico nel suo complesso. Il presente contributo è finalizzato a definire nel dettaglio lo sviluppo della strategia e ad identificare e superare gli ostacoli per garantirne una reale applicazione sul territorio. In molti casi, le Regioni e le Province autonome hanno favorito il passaggio verso l’EC, assumendo iniziative legislative e regolamentari volte a recepirne i principi strategici”.

Inoltre, “le Regioni, con gli interventi della programmazione 2014-2020 dei fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE), sostengono l’uso efficiente delle risorse nei processi produttivi e lo sviluppo del modello dell’EC nell’ambito delle politiche di R&I. Hanno altresì adottato programmi e piani integrati per incentivare il coordinamento e la connessione delle politiche per l’ambiente, l’energia, le risorse agricole e forestali e lo sviluppo economico, mediante la riduzione dei rifiuti, il loro riuso o riciclo e l’incremento della pianificazione e della produzione. Sono stati inoltre adottate misure volte all'attuazione del Green Public Procurement (GPP), finalizzato a promuovere l'inserimento dei criteri ambientali e sociali nelle procedure di acquisto di beni e servizi pubblici, contribuendo alla diffusione di questa strumento strategico”.

LE RICHIESTE. La Conferenza delle Regioni richiama “la necessità di approntare strumenti e politiche adeguate partendo anche dall’analisi delle barriere e degli ostacoli. Allo scopo di trasformare le criticità individuate in azioni strategiche da intraprendere, segnala la necessità di:

- intervenire con una revisione del quadro normativo legislativo, che risulta poco chiaro, incompleto e a volte contraddittorio, in modo da renderlo piùsemplice, armonizzato e stabile nel tempo;

- intervenire sulle imprese con iniziative di formazione, promozione e ricerca e innovazione, finalizzate all’industrializzazione di nuovi prodotti, e intervenire per eliminare il rischio di ostacoli od oneri inutili per le imprese;

- mettere a disposizione delle imprese che realizzano progetti innovativi, forme e tipologie di finanziamenti sotto forma di strumenti finanziari;

- promuovere un’offerta formativa e azioni di sensibilizzazione dei cittadini, affinché formazione e aspetti culturali e di coscienza collettiva divengano opportunità di sviluppo;

- creare e formare nuove figure professionali, nuove opportunità occupazionali e nuove forme di reti commerciali contro lo spreco e il mancato riuso in ogni sua derivazione (alimentare, edile, ecc.);

- rivedere l’imposizione fiscale e il sistema degli incentivi economici, relativamente a prodotti e servizi funzionali al raggiungimento degli obiettivi dell’EC;

- sostenere la realizzazione di infrastrutture, attrezzature e tecnologie adeguate per lo sviluppo dell’EC, con particolare in riferimento ai settori edilizio, delle infrastrutture e dei trasporti;

- creare reti di impresa e partenariati pubblico privati, anche mediante la creazione di collaborazioni e trasparenza delle informazioni”.

Le Regioni affermano anche “la necessità di dedicare nel documento strategico un capitolo alla governance, che dovrà accompagnare l’implementazione della Strategia. Ciò nella convinzione che ci debba essere alla base un’assunzione generalizzata di responsabilità, capace di coinvolgere da un lato la società civile, le imprese e gli altri stakeholders; dall’altro le istituzioni centrali, regionali e locali, in modo da poter lavorare insieme, per costruire e sviluppare un modello di società ispirato dalle dinamiche della circolarità”.

La Conferenza “ritiene peraltro che, nell’ambito delle azioni tese a dare attuazione ai principi dell’EC, per evitare la dispersione dei fondi e delle opportunità, si dovrebbero formulare specifiche proposte territoriali, ricercando ogni possibile sinergia con le linee di azione di cui alle S3 regionali. Ciò porterebbe l’indubbio vantaggio dell’integrazione con la programmazione dei fondi SIE 2014-2020”.

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