Il settore idrotermosanitario e dell’impiantistica si conferma uno dei pilastri della crescita economica italiana. Secondo lo studio realizzato da Nomisma per ANGAISA e presentato nel corso del XXVI Convegno ANGAISA in corso oggi 4 dicembre presso l'Auditorium del Centro Congressi Stella Polare Fieramilano Rho, la filiera – che comprende produttori, distributori, installatori e studi tecnici – vale complessivamente 42,8 miliardi di euro, con 23.762 imprese attive. Il suo impatto sul sistema Paese è ancora più rilevante se si considerano gli effetti indiretti e indotti: il valore aggiunto complessivo supera infatti 93,1 miliardi di euro, con un moltiplicatore pari a 4,2 euro attivati per ogni euro prodotto.
Gli italiani continuano a ristrutturare: efficienza energetica al centro
La casa resta un investimento chiave per gli italiani. Il 79% degli intervistati ritiene il risparmio energetico la principale leva per decidere di ristrutturare, mentre il 47% ha già in programma lavori nei prossimi 12 mesi. Il trend è confermato anche nel medio periodo: 2 italiani su 3 guardano a un progetto di ristrutturazione nei prossimi tre anni.
La ricerca evidenzia come la ristrutturazione sia oggi un intervento pragmatico, orientato al comfort e al miglioramento degli ambienti vissuti quotidianamente. Tra le priorità:
- bagni (45%),
- spazi esterni e facciate (40%),
- cucina e zona pranzo (35%),
- living (30%)
- e zona notte (21%).
Non mancano interventi più strutturali: infissi, pavimenti e arredi guidano la classifica delle scelte, mentre cresce l’interesse per soluzioni orientate all’efficienza energetica, dalle pompe di calore alle coibentazioni fino al solare termico e fotovoltaico con accumulo.
Il ruolo decisivo dei bonus e la necessità di una nuova stabilità
La stagione degli incentivi continua a influenzare le decisioni degli italiani:
- 1 italiano su 4 non ristrutturerebbe senza bonus;
- il 48% indica gli incentivi come determinanti per iniziare i lavori.
Nonostante una buona conoscenza dei principali strumenti come Ecobonus e Bonus ristrutturazioni, permane maggiore incertezza sulle misure più tecniche, come il Conto Termico. La burocrazia rimane inoltre tra i principali ostacoli alla realizzazione dei progetti.
Con la progressiva riduzione degli incentivi attuali, la filiera chiede ora una cornice regolatoria stabile e di lungo periodo, capace di accompagnare la domanda verso la transizione energetica senza discontinuità.
Una filiera che genera valore e occupazione
Il comparto idrotermosanitario è anche un grande generatore di lavoro e gettito fiscale. Le società di capitali occupano 125.721 addetti (+6,4% in un anno), mentre considerando l’intera filiera si arriva a quasi 1,3 milioni di occupati. Ogni lavoratore attivo nel settore ne attiva altri 5,1 lungo la catena del valore.
Dal punto di vista fiscale, il solo 2024 ha generato 896 milioni di euro di imposte versate dalle società di capitali, per un totale superiore a 4,5 miliardi negli ultimi cinque anni.
Transizione energetica e nuove opportunità
Guardando al futuro, il settore vede nella Direttiva Case Green, nel Decreto Salva Casa e soprattutto nel rinnovato Conto Termico – con una dotazione di 900 milioni l’anno – gli strumenti più adeguati per favorire una domanda stabile e orientata alla sostenibilità. Resta tuttavia fondamentale la definizione chiara delle disposizioni attuative, soprattutto per le tecnologie ibride e per la semplificazione delle procedure GSE.
Le voci del settore
“Serve una cornice regolatoria chiara, stabile e di lungo periodo, non una nuova corsa agli incentivi”, afferma Roberta Gabrielli (Nomisma), sottolineando il ruolo cruciale della filiera nella transizione energetica nazionale.
Per Maurizio Lo Re, presidente ANGAISA, “la riqualificazione del patrimonio immobiliare avrà un peso crescente nell’economia italiana nei prossimi anni. Nonostante il clima di incertezza, registriamo una maggiore consapevolezza dei consumatori sul risparmio energetico e un forte interesse per il comfort, che il settore sta traducendo in valore per il Paese”.