La pietra naturale italiana si fa strada nel mondo della sostenibilità ambientale con dati certi e innovazioni all’avanguardia. Una lastra di pietra naturale da un metro quadrato e due centimetri di spessore genera, lungo tutto il suo ciclo di vita, circa 13,5 kg di CO₂, un valore certificato dalla prima Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) realizzata dal Politecnico di Torino per la rete Pietra Naturale Autentica (PNA). Il risultato è stato presentato in anteprima a Marmomac, il prestigioso salone di Veronafiere dedicato alla filiera tecno-lapidea.
L’analisi ha coinvolto 15 tipologie di pietra estratte e lavorate in varie regioni italiane — dal Veneto alla Toscana, dal Piemonte al Trentino-Alto Adige — e ha valutato ogni fase del processo produttivo, dall’estrazione in cava alla trasformazione industriale. I dati confermano la vocazione green della pietra naturale: bassi impatti su aria e acqua sono garantiti dall’assenza quasi totale di sostanze chimiche nei processi di lavorazione.
Claudia Chiappino, ingegnere minerario esperta in attività estrattive e circolarità, sottolinea: «I risultati mostrano un basso impatto potenziale di eutrofizzazione e acidificazione delle acque superficiali, oltre a ridotte emissioni di smog fotochimico e sostanze nocive per lo strato di ozono troposferico. L’energia utilizzata in cava e stabilimento rappresenta circa l’80% dell’impatto complessivo, suggerendo che l’impiego di fonti rinnovabili e l’aumento dell’efficienza produttiva potrebbero ridurre ulteriormente l’impronta ambientale».
A Marmomac 2025, la sostenibilità della pietra naturale è stata raccontata anche attraverso il design e l’innovazione tecnologica. Nel The Plus Theatre, la mostra “Stone Next – Visioni di pietra futura” ha presentato progetti capaci di tracciare nuovi orizzonti per il materiale. Tra le novità spiccano MARMORE®, un tessuto tecnico impermeabile e resistente realizzato con polvere di marmo riciclata dalla startup milanese Fili Pari, e Stone 3D Printing, un sistema sviluppato dal Politecnico Federale di Zurigo per stampare componenti architettonici in grande scala usando l’80% di pietra riciclata e leganti a basso impatto ambientale.
Un progetto unico è Symbiosis – Lichen & Stones di Julia Schwarz, che integra i licheni — bioindicatori di aria pulita — alle strutture in pietra, trasformandole in habitat vivi e dinamici, un esempio di simbiosi tra natura e architettura.
Barbara Ferro, amministratrice delegata di Veronafiere, conclude: «Siamo convinti che la pietra naturale rappresenti un esempio di vera sostenibilità, non solo per le sue qualità intrinseche, ma anche per le peculiarità del suo ciclo produttivo, sempre più circolare e attento all’ambiente».