Attualità

Procedure urbanistiche e varianti: la Regione Piemonte semplifica e dimezza i tempi di approvazione

La Giunta regionale ha approvato un disegno di legge, sollecitato dai comuni e dalle associazioni di categoria per poter spendere in tempo le risorse del PNRR e i fondi europei

venerdì 4 luglio 2025 - Alessandro Giraudi

grattacielo_piemonte

Semplificazione delle procedure urbanistiche e dimezzamento dei tempi di approvazione delle varianti: è quanto prevede un disegno di legge – nato dal provvedimento speciale “Cresci Piemonte” voluto dal presidente della Regione Alberto Cirio – approvato dalla Giunta piemontese con l’obiettivo di ottenere il via libera definitivo dal Consiglio entro fine luglio.

Ad illustrarlo nel Grattacielo Piemonte il presidente Cirio con gli assessori all’Urbanistica Marco Gallo e agli Enti locali Enrico Bussalino ed i presidenti delle Commissioni Urbanistica e Bilancio del Consiglio regionale, Mauro Fava e Roberto Ravello.

Innanzitutto, possono rientrare nelle procedure semplificate anche gli interventi strategici totalmente in capo a soggetti privati se superiori a 5 milioni di euro di investimento.

Viene anche prevista una cabina di regia per monitorare i tempi delle varianti degli otto capoluoghi di provincia. In particolare, si tende la mano a Torino, che sta rivedendo il suo piano regolatore, con il dimezzamento da 120 a 60 giorni dei tempi della seconda conferenza di pianificazione e valutazione.

Tempi ridotti

Per le varianti strutturali che non richiedono la valutazione ambientale strategica (Vas) si riducono i tempi della prima conferenza da 60 a 30 giorni, della seconda conferenza da 90 a 45 giorni e si passa da 60 a 30 giorni per la pubblicazione e la formulazione delle osservazioni. In caso di Vas le tempistiche sono coordinate con la normativa nazionale.

Tempi ridotti anche per le varianti semplificate: i tempi di pubblicazione e del parere finale passano da 30 a 15 giorni se non è necessaria la Vas.

Un’altra novità è rappresentata dal fatto che, anche in assenza del progetto edilizio, la variante semplificata potrà essere utilizzata per il conseguimento della conformità urbanistica dell’intervento se l’area d’intervento è inferiore a dieci ettari.

Validità fino al 31 dicembre 2030

Le nuove norme, una volta approvate, saranno valide fino al 31 dicembre 2030 e si applicheranno potenzialmente a oltre 5 miliardi di euro per spese di investimento che richiedono modifiche alle pianificazioni urbanistiche e una tempistica sulla rendicontazione delle spese particolarmente stringente. Nei dettagli: 1,7 miliardi finanziati con il Pnrr (da rendicontare entro il 2026), 1,5 miliardi di fondi Fesr, 820 milioni del Programma di Sviluppo e Coesione 2021-27, 400 milioni del Programma Operativo Complementare (in chiusura nel 2026) e oltre 750 milioni per il Complemento regionale per lo sviluppo rurale 2023-20. Di qui la scelta di garantire tutta una serie di disposizioni temporanee e urgenti per ridurre i tempi burocratici.

«Nella sostanza significa che per cambiare i piani regolatori e per poter spendere i soldi che si sono ottenuti dall'Europa, un Comune chiude la pratica in sei mesi invece di un anno, poiché tutte le scadenze e tutti i termini che erano previsti dalle leggi regionali che disciplinano questa materia vengono ridotti - precisano Cirio e Gallo - Il Cresci Piemonte servirà quindi per accelerare e permettere ai Comuni di avere uno strumento in più, ai cittadini oneri burocratici in meno. Tutto questo senza allentare l’attenzione sulla tutela ambientale e paesaggistica: agiamo sulle procedure non sul merito».

Stanziamenti

Per favorire la nuova strategia territoriale, vengono stanziati per i prossimi anni 1,4 milioni di euro prioritariamente per i Comuni con meno di 5mila abitanti e alle Unioni dei Comuni. Alla luce delle istanze presentate potranno essere previste risorse aggiuntive in sede di assestamento di bilancio.

Revisione della legge urbanistica

Approvata anche una delibera che istituisce il Tavolo di confronto per la redazione della nuova legge urbanistica. L’obiettivo è adeguare entro un anno, d’intesa con i portatori di interesse del settore, la legge n.56 che risale al 1977.

«Questa legge nasce dalle sollecitazioni degli enti locali e delle associazioni di categoria e dall’esigenza di avere procedure semplificate e tempi ridotti per le varianti urbanistiche in modo da poter spendere in tempo le risorse del Pnrr e i fondi europei. In queste settimane abbiamo raccolto gli spunti dai vari soggetti coinvolti e messo a punto una norma che si applica anche ai Comuni più grandi, a partire da Torino, alle prese con l’approvazione dei nuovi piani regolatori», ha dichiarato il presidente Cirio.

«L’obiettivo è incentivare lo sviluppo del Piemonte per renderlo più attrattivo agli occhi degli investitori, con riflessi positivi in termini di ricaduta occupazionale – ha puntualizzato l’assessore Gallo - L’attuale durata e complessità delle procedure può rappresentare una limitazione alla messa a terra delle risorse, soprattutto quelle stanziate per un periodo circoscritto, come accade per i fondi del Pnrr».

«Un provvedimento importante per gli enti locali - ha aggiunto l’assessore Bussalino - Ai Comuni più grandi garantiamo una sburocratizzazione concreta, mentre ai più piccoli offriamo semplificazione e contributi significativi per redigere le varianti urbanistiche e rafforzare la loro capacità di programmazione».

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