Il paesaggio onirico e l’intreccio narrativo tipici della fiaba diventano motivo progettuale per l’intera mostra Fabula Litica, allestita a Marmomac all’interno dello spazio sperimentale The Plus Theatre, che si propone come luogo in cui la materia naturale dà forma a idee progettuali e rappresentazioni del mondo reale, così come la fiaba, attraverso la narrazione, è capace di creare un mondo immaginario.
A dare il contesto all’intera installazione espositiva, una foresta monumentale di alberi in materiale lapideo che ospita i diversi progetti in palinsesto per questa edizione, ciascuno in grado di rappresentare le diverse potenzialità nate dall’incontro tra ricerca accademica e produzione industriale.
In mostra, i progetti nati dalla collaborazione tra prestigiose università e aziende leader del settore raccontano un viaggio attraverso le infinite tecniche di lavorazione della pietra e le sue molteplici applicazioni. Sperimentazioni poliedriche, dove l’immaginazione si fonde con il concetto stesso di fiaba, danno vita a oggetti che sembrano usciti da un mondo incantato. Un invito a perdersi nella foresta della fantasia.
Contemporaneità e tradizione
Partendo dal dialogo tra contemporaneità e tradizione è da segnalare Stonetales Box, progetto sviluppato con la Sapienza Università di Roma che racconta la complementarità tra l’abilità manuale dell’antica arte litica di Kyoto del maestro Saida Sekizai con la visione della pugliese Stilmarmo, azienda da sempre impegnata nella valorizzazione internazionale della Pietra di Apricena.
Stampa 3D e sperimentazione litica
Una delle tematiche più analizzate dall’approccio sperimentale dell’edizione 2025 di Marmomac meets Academy riguarda certamente l’applicazione della stampa 3D alla pietra naturale. Sono 4, infatti, i progetti che indagano le infinite possibilità applicative di questa tecnologia.
Dalla proposta dell’ETH di Zurigo con Pietro Odaglia, alla Florida Atlantic University con il docente Dustin White e l’azienda olandese Concr3de presentano Baroque Glitch: Portal Fragment, un’opera che apre nuove frontiere nella lavorazione e nel design della pietra. Basando il progetto sulla tecnica pionieristica della stampa 3D a getto di legante per materiali lapidei, ceramici e bio-based, l’installazione fonde tradizione barocca e tecnologie digitali d’avanguardia.
Dalla sinergia tra New York Institute of Technology, Politecnico di Bari e Archimed, Anthony Caradonna e Alessandro Angione con Francesco Ciriello della società specializzata in stampa additiva per realizzare dispositivi ortopedici, nasce la struttura monumentale di Sisyphus Absurd Hero*, un supporto diafano stampato in 3d in fibra di carbonio che sorregge il mondo, con cui i curatori hanno voluto esplorare la condizione umana attraverso la metafora del mito di Sisifo, scolpita in una sfera litica che unisce tecnologia e narrazione filosofica.
Francesco Ciriello, ancora, in collaborazione con l’azienda olandese Vertico e il Politecnico di Bari presentano Minimal Bridge, una struttura archivoltata stereotomica in conci dalla geometria minimale stampati in 3d con malte a base di scarti lapidei.
Fabio Tellia, associate di Foster + Partners, con Gateway to Avalon, invece, sperimenta l’uso di un innovativo materiale di “pietra flessibile”, un brevetto ottenuto combinando ardesia e polimero. L’arco immaginato da Tellia dimostra come la materia litica, tradizionalmente rigida, possa diventare un rivestimento flessibile per l’architettura contemporanea, grazie all’integrazione con elementi stampati in 3D.
Dalla simbologia della Cappella di San Severo alla nuova codifica della lavorazione del marmo
Le sculture della Cappella Sansevero – in particolare il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino e il Disinganno di Francesco Queirolo – sono circondate da un’aura di mistero tecnico: come sia stato possibile scolpire in marmo il velo trasparente o la rete senza punti di giunzione è ancora oggetto di ammirazione e dibattito. Oggi, tecnologie come la scansione 3D ad altissima risoluzione, la modellazione computazionale e la robotica applicata alla lavorazione lapidea possono affrontare sfide simili: scolpire dettagli apparentemente impossibili, lavorando oltre il limite della mano umana.
Ce lo dimostrano alcuni progetti del Politecnico di Bari: L’io invisibile, realizzato con SNBR, e La Fanciulla Velata. Il primo esplora i concetti di percezione e identità, riproducendo con stampa 3D e polveri di marmo la celebre trama del Disinganno, mentre il secondo sfida l’abilità tecnica di Sammartino con la libera reinterpretazione robotica del Cristo Velato, con la realizzazione della scultura in pietra leccese intitolata Fanciulla velata, realizzata dal Dipartimento di Robotica di PiMar, azienda storica di lavorazione ed estrazione di pietra leccese con il prof. Fallacara e il dottorando Marco Massafra.
La pietra tra impatto ambientale e nuove applicazioni strutturali
Applica al marmo i principi dell’architettura cinetica, Apriti Sesamo, reinterpretando in marmo i celebri pannelli mobili in acciaio dell'Istituto del Mondo Arabo di Parigi progettato da Jean Nouvel. Il progetto nasce in collaborazione tra Sara D’Adamo, dottoranda del Politecnico di Bari, e la giovane azienda Màrlux Marmi, con sede ad Alberobello, e rappresenta un passo inedito nell’utilizzo del marmo: l’ingresso di un materiale tradizionalmente statico e pesante come il marmo diventa motivo di nuove sperimentazioni, giocando su spessori e applicativi mai adottati prima. Grazie a sensori, le superfici in pietra si aprono e si chiudono in risposta alla luce solare, trasformando la pietra in un elemento attivo dell’edificio. A differenza dell’acciaio, il marmo offre anche un vantaggio termico: agisce, in qualità di inerte, da termoregolatore naturale, contribuendo alla regolazione passiva della temperatura interna.
Why Not? è invece il progetto proposto dalla londinese Arup Group Limited, ingegneri strutturisti della più alta architettura mondiale, in collaborazione con The Stonemasonry Company e Jakob. Alla domanda provocatoria i progettisti cercano quindi di dare una risposta con un lavoro sulle possibili nuove applicazioni strutturali della pietra nell’architettura contemporanea. La pietra come materiale sostenibile alternativo ai materiali più tradizionali, come acciaio e al calcestruzzo.
Altri prototipi riguardano Diamond Line, con la collaborazione tra dell’Istituto Italiano Design in partnership con la società cinese PFM Imp. & Exp. Co. Ltd; Ilaria Cavaliere e Dario Costantino del Poliba che presentano Yggdrasill, l’albero cosmico mitologico, sviluppato con Bianco Cave, leader salentino nella trasformazione della pietra naturale; Lithic Rainbow, in collaborazione con Stilmarmo, azienda di Apricena di eccellenza nella estrazione e lavorazione di pietra naturale; e ancora, Specchio, specchio delle mie brame, realizzata con Gioia Marmi e Metamorphosis, l’istallazione arboriforme centrale, sviluppata con Marlux Marmi, azienda specializzata in lavorazioni complesse su misura, ad alto contenuto tecnico.
La ricca mostra contempla altri protagonisti tra cui: Janas, progetto dell’Università degli Studi di Sassari con Pietre Rare, azienda veronese specializzata nella lavorazione lapidea; Tappeto volante, presentato dall’Università della Basilicata in collaborazione con Mastropasqua Marmi e Tarricone prefabbricati; Sipario dalle mille storie, dall’Università di Palermo con Cusenza Marmi; e ancora Branching-Knot proposta dall’Università di Bergamo insieme allo Studio di Scultura d'Arte Giorgio Angeli, che chiude il percorso espositivo con un omaggio alla natura e alla scultura contemporanea. Infine, i prototipi nati dal riutilizzo di carotaggi marmorei di sfrido che riprendono vita in oggetti di design di Stoneform in collaborazione con giovanissimi designers; e Germinario Marmi che presenta una colonna diafana composta di tessere marmoree imbullonate.
La mostra si inserisce all’interno di The Plus Theatre, lo spazio culturale di Marmomac diretto da Giorgio Canale, che quest’anno si ispira per le geometrie dell’installazione globale al celebre Plan Voisin di Le Corbusier, reinterpretandolo attraverso il linguaggio senza tempo della pietra naturale. Questo luogo rappresenta un’infrastruttura culturale rigenerativa e dinamica, un crocevia tra materia antica e visioni progettuali future. The Plus Theatre ospita, dal 23 al 26 settembre 2025, tre mostre, un wine bar e un ristorante, offrendo un racconto plurale sulla pietra naturale, protagonista delle grandi trasformazioni nell’abitare, nell’architettura e nel design.