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Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC): il commento dell'OICE

Ventura, Consigliere OICE: “Il Piano è inattaccabile dal punto di vista scientifico ma non è subito operativo e facilmente applicabile in quanto servono copertura finanziaria e governance. Sulle 361 azioni da mettere in campo per circa 3/4 i costi non sono indicati o non sono disponibili”

mercoledì 17 gennaio 2024 - Alessandro Giraudi

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“Si tratta di un lavoro assolutamente meritorio e apprezzabile anche per quanto riguarda l’istituzione di un Osservatorio Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici affiancato da un Forum permanente che dovrà fungere da organo consultivo per l’Osservatorio stesso. Noi siamo assolutamente disposti a partecipare al Forum, per gli aspetti ingegneristici, che diventerà il centro decisionale sull’adattamento al cambiamento climatico italiano e aggiornerà periodicamente il PNACC. Siamo dell’avviso che le professionalità ingegneristiche debbano essere sempre al centro di ogni momento programmatico e pianificatorio e quindi siamo pronti a mettere a disposizione il nostro know‐how”.

Così il presidente dell'Oice, Giorgio Lupoi, commenta l'approvazione del corposo Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), pubblicato il 2 gennaio dal MASE. Con questo piano il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica prova a rispondere all'esigenza di produrre un documento di pianificazione di breve e lungo periodo per il problema dei cambiamenti climatici mediante misure volte al rafforzamento delle capacità di adattamento a livello nazionale e territoriale.

361 azioni da mettere in campo

Per Francesco Ventura, Consigliere OICE con delega all’Ambiente e recentemente relatore su uno dei side event del recente COP 28 a Dubai, “siamo in presenza di un grande passo avanti, necessario per raccogliere una delle sfide più importanti da affrontare nel futuro, sempre più prossimo, al livello globale e anche in Italia. Il Piano è inattaccabile dal punto di vista scientifico ma non è subito operativo e facilmente applicabile in quanto servono copertura finanziaria e governance. Sulle 361 azioni da mettere in campo per circa 3/4 i costi non sono indicati o non sono disponibili. Il PNACC, essendo un decreto ministeriale e non un DL approvato dal Parlamento, non ha la forza normativa per essere un tema centrale nello sviluppo del paese. Visto che il Piano non ha specifiche risorse finanziarie bisogna valutare se e come gli investimenti del PNRR o di altri strumenti possono contribuire alla realizzazione del Piano stesso.”

Relazione tra cambiamenti climatici ed energia

Ricordiamo che nel PNACC si osserva che la principale relazione tra cambiamenti climatici ed energia “è inerente all’incremento della domanda di raffrescamento che determina un aumento dei consumi di energia elettrica nel periodo estivo, direttamente collegato all’innalzamento delle temperature medie. Lo stesso fenomeno determinerà una minore richiesta di energia per soddisfare la domanda di riscaldamento nel periodo invernale”.

Leggi anche: “Adattamento ai cambiamenti climatici, approvato il Piano nazionale

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