Attualità

Appalti, Codice e Correttivo: pubblicata l'indagine 2025 sui Responsabili Unici del Progetto (RUP)

L’83% dei RUP che hanno risposto al questionario ritiene che il recente correttivo Dlgs 209/2024 abbia risolto criticità del Dlgs 36/2023. Ad un anno di distanza si sono ridotte soprattutto le criticità relative alla digitalizzazione

mercoledì 16 luglio 2025 - Alessandro Giraudi

RUP Codice Appalti

Nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale RUP, istituito all’interno del Piano Nazionale Formazione Appalti – PNRR Academy, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, IFEL, SNA, ITACA, in collaborazione con ANAC, CONSIP e la Rete degli Osservatori regionali dei contratti pubblici, hanno realizzato l’Indagine RUP 2025, volta a raccogliere, attraverso un questionario e focus group, indicazioni da parte dei Responsabili Unici del Progetto italiani in merito alla gestione degli appalti e delle concessioni di lavori pubblici, forniture e servizi e all’attuazione degli interventi, anche alla luce delle innovazioni introdotte dal decreto correttivo (d.lgs. n. 209/2024).

I RUP che hanno risposto al questionario sono stati 6.386, con una prevalenza di competenze di tipo tecnico (48% del totale). La restante percentuale si divide tra competenze indicate come genericamente amministrative (28%), giuridiche (13%), economiche (6%) o ancora diverse (5%). Il 53,7% dei RUP rispondenti al questionario è in possesso dell’abilitazione all’esercizio della professione. Tale percentuale è più elevata nel settore dei lavori (78,8%) rispetto a quella riscontrata per i servizi e le forniture (50,4%). Nell’indagine gli intervistati dichiarano prevalentemente di operare nell’ambito di forniture (55% dei rispondenti) e di lavori (44%) ed in numero inferiore di servizi tecnici attinenti lavori pubblici (33%) e servizi diversi da questi (39%). La domanda era a risposta multipla.

Il Correttivo al Codice: per l'83% dei RUP rispondenti ha risolto criticità 

L’83% dei RUP rispondenti ritiene che il recente correttivo Dlgs 209/2024 abbia risolto criticità del Dlgs 36/2023. Ad un anno di distanza si sono ridotte soprattutto le criticità relative alla digitalizzazione; i principali miglioramenti segnalati dai RUP nel 2025 rispetto alle criticità dell’Indagine RUP 2024 riguardano l’utilizzo delle piattaforme certificate per la digitalizzazione della fase di affidamento e di esecuzione.

L’impatto della digitalizzazione 

Quanto all’impatto della digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti pubblici sull’organizzazione delle stazioni appaltanti, il 15% dei rispondenti ha valutato che non ci sia stato alcun effetto rilevante perché nella stazione appaltante di appartenenza il processo di digitalizzazione era già avanzato. Un 11% di rispondenti ha ritenuto, invece, che si sia resa necessaria una riorganizzazione complessiva della digitalizzazione degli appalti e delle concessioni nella stazione appaltante di appartenenza che tra gli effetti ha comportato il reclutamento di personale specializzato e il ridisegno dell’architettura complessiva della digitalizzazione.

Il fabbisogno formativo

In tema di fabbisogno formativo, i partecipanti hanno evidenziato l’esigenza di formazione nei seguenti ambiti specifici: utilizzo della Gestione informativa digitale delle costruzioni (BIM), utilizzo dei CAM, gestione delle riserve, concessioni, project management, contenzioso e soluzione delle controversie, revisione dei prezzi, coperture assicurative per RUP/tecnico interno.

Continua il trend positivo dal 2023 al 2025 in termini di maggiore partecipazione a corsi di formazione. Soltanto il 6,5% dei rispondenti non ha partecipato a formazione in materia di contratti pubblici nell’ultimo anno (nell’indagine del 2024 la percentuale era del 13% e nell’indagine 2023 era del 25%). Nonostante la netta maggioranza di rispondenti abbia acquisito competenze in ambito giuridico (65%), la richiesta di approfondimenti nella formazione riguarda in misura prevalente sempre tale ambito di competenze (48%).

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