L’Ispettorato I.GE.CO.FI.P. della Ragioneria generale dello Stato ha realizzato un Modello realizzativo delle comunità energetiche rinnovabili “CER pubbliche” in Partenariato Pubblico Privato.
Lo studio – in allegato – è diretto a coniugare, con rilievo strategico, la promozione di forme di cooperazione pubblico-privata in PPP, applicando il Libro IV del Codice dei Contratti Pubblici e le Regole Eurostat, con la normativa in materia di Comunità Energetiche Rinnovabili – CER (legislazione nazionale, regionale e decreti ministeriali, nonché discipline attuative del GSE e di ARERA).
Le CER rispondono all’obiettivo, anche europeo, di promozione dell’energia da fonti rinnovabili per raggiungere i target di decarbonizzazione entro gli anni 2030 e 2050; rappresentano un modello organizzativo “aperto, autonomo e democratico” e innovativo di partecipazione diretta e attiva (un connubio tra consumers, prosumers e produttori terzi) di cittadini, enti pubblici e soggetti privati nella produzione, condivisione e autoconsumo di energia “100% Green”, perseguendo così finalità ambientali, sociali, di redistribuzione economica, di equità e sostenibilità intergenerazionale.
I profili dei rischi e l’inquadramento contabile “on-off balance”
Analizzando il modello di “CER Pubblica”, avviata, organizzata, gestita e partecipata dall’Amministrazione Pubblica attraverso un rapporto di PPP/Concessione, ci si è concentrati sui profili dei rischi (specie operativi) e dell’inquadramento contabile “on-off balance” dell’operazione per il soggetto pubblico, nonché sulle molteplici forme di incentivo e contributo pubblico cui la CER o i suoi membri possono accedere.
CER, nell’Appennino Centrale salgono da 23 a 40 i progetti finanziati
Sempre in tema di Comunità Energetiche Rinnovabili, segnaliamo che nelle quattro regioni del sisma 2016 sono stati finanziati altri 17 progetti, che salgono così da 23 a 40, per 126 milioni di euro di investimenti e 84 amministrazioni pubbliche coinvolte.
“Una buona notizia per la sostenibilità energetica e ambientale dell’Appennino Centrale – commenta il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli -. Grazie a una gestione attenta delle risorse e alla collaborazione costante con i territori siamo riusciti a finanziare altri 17 progetti per la realizzazione di Comunità Energetiche Rinnovabili, che rappresentano uno dei tasselli della rigenerazione economica e sociale che stiamo portando avanti nelle aree interne grazie ai fondi del Piano nazionale complementare sisma. Le CER sono uno strumento fondamentale per rendere più autonome e sostenibili le nostre comunità, nell’ottica di un ambientalismo non ideologico che metta al centro l’essere umano e il suo abitare il territorio come forma massima di prevenzione dalle calamità. Ringrazio tutti gli enti coinvolti e, in particolare, i Presidenti delle quattro Regioni del sisma per il lavoro condiviso che ci consente di raggiungere questi importanti traguardi”.
È stato possibile scorrere la graduatoria del bando per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nelle aree del cratere sismico 2016 grazie alle economie generate dall’applicazione dei massimali di spesa stabiliti dal decreto CACER e dalle ottimizzazioni progettuali suggerite dalla Struttura commissariale. In quasi tutti i casi il cofinanziamento pubblico si conferma pari al 40% del valore complessivo dell’investimento, una scelta effettuata da molti enti per cumulare il contributo con la Tariffa Incentivante Premiale prevista dal decreto CER del Ministero dell’Ambiente. Con l’ultima ordinanza firmata il 2 luglio 2025, salgono così a 40 i progetti finanziati per un valore complessivo di circa 126 milioni di euro, a fronte di 59 milioni di contributi pubblici già concessi. Le amministrazioni coinvolte diventano 84.
I nuovi enti finanziati sono: per le Marche i Comuni di Tolentino (3,4 milioni di euro), Servigliano (716 mila euro), Fabriano (1,1 milioni di euro), Montegiorgio (2,2 milioni di euro), Pieve Torina (254 mila euro) e Montalto delle Marche (880 mila euro); per l’Umbria Spoleto (463 mila euro); per il Lazio Leonessa (658 mila euro), Cittaducale (316 mila euro), Borgo Velino (685 mila euro) e Rieti (1,2 milioni di euro); per l’Abruzzo Arsita (328 mila euro), Collarmele (277 mila euro), Popoli (2,5 milioni di euro), Montebello di Bertona (462 mila euro), Rocca Santa Maria (190 mila euro) e Isola del Gran Sasso d’Italia (371 mila euro).
Un percorso accompagnato passo dopo passo. La Struttura commissariale ha supportato gli enti con tecnici esperti e strumenti operativi, tra cui linee guida e modelli tipo, raccolti nell’Ordinanza 97 del 2023. Sono stati anche organizzati webinar per formare amministratori, tecnici e operatori economici del cratere. Con l’uscita del Decreto CER del MASE (gennaio 2024) e del Regolamento operativo GSE (febbraio 2024), è stato avviato un confronto per garantire la compatibilità tra i finanziamenti del bando e gli incentivi statali. Alcuni enti hanno scelto di ridurre il contributo pubblico al 40% per poter accedere anche alla Tariffa Incentivante Premiale (TIP), facendo così scorrere la graduatoria. A ottobre 2024 è partito un processo di aggiornamento dei quadri economici dei progetti per rispettare i nuovi limiti di costo, concluso ad aprile 2025 con l’Ordinanza 113. Questo ha prodotto nuove economie, utili per ulteriori scorrimenti.