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Codice Appalti, FINCO: “Non sono queste le semplificazioni necessarie”

Critico il giudizio della Presidente Carla Tomasi sulla bozza del D.L. Semplificazioni: “La qualità delle opere, la sicurezza degli operatori, la qualificazione delle imprese sarà destinata a un inevitabile collasso”

lunedì 24 maggio 2021 - Redazione Build News

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Fa discutere la bozza del D.L. Semplificazioni, circolata in questi giorni, che prevederebbe una proroga di 5 anni alle deroghe al Codice degli Appalti, con una modifica delle soglie per i contratti senza gara e un ritorno di fatto al criterio del massimo ribasso. Se da un lato i sindacati confederali minacciano lo sciopero generale, anche dalle associazioni di categoria dell’edilizia arrivano forti critiche alla misura.

“Riesce davvero arduo comprendere la logica che ha ispirato il Decisore verso il letale mix di misure che sarebbero inserite nella bozza del D.L. Semplificazioni che sta circolando: eliminare le percentuali massime di subappalto anche in caso di lavorazioni superspecialistiche, potenziare il criterio del massimo ribasso, innalzare la soglia per gli affidamenti diretti di servizi e forniture, e ridurre il numero degli operatori economici invitati alla gara nei lavori pubblici tra un milione e la soglia comunitaria,” dichiara Carla Tomasi , Presidente FINCO.

Chi propone simili “soluzioni” (si fa per dire) ha una visione della qualità delle opere e della qualificazione di impresa assai distante dalla nostra. Se si cede al concetto del “Contraente generale” che distribuisce a suo piacimento i lavori ai subappaltatori con ribassi inaccettabili (visto che anche il ribasso massimo tra il prezzo di aggiudicazione dell’appaltatore e quanto corrisposto al subappaltatore è destinato a finire sotto la scure di questo D.L.) selezionandoli non certo su requisiti di qualità quanto di risparmio, l’esito non potrà essere che catastrofico.

“In questo contesto – prosegue Tomasi – formalizzare di fatto questa situazione patologica con i provvedimenti proposti che , tra l’altro, prevedono un ampio uso di procedure negoziate senza bando e l’appalto integrato anche sulla base della sola fattibilità tecnico economica, sarebbe gravissimo, particolarmente ora in vista del massiccio impegno economico e operativo in programma con il PNRR.”

“Se la maggiore criticità dell’appalto nasce dalla stazione appaltante, la soluzione paradossale proposta è superare il problema delegando totalmente l’opera all’impresa appaltatrice (la Legge Obiettivo non è evidentemente bastata...), con le conseguenze che abbiamo drammaticamente visto nelle stagioni passate e che sono, non a caso, alla base di ogni tentativo di riformare le regole degli appalti.”

“Se lo Stato non ha la forza di ristrutturare e qualificare le stazioni appaltanti e, per contro, risolve il problema affidando gli appalti ad imprese operanti con massimo ribasso, procedure di affidamento poco trasparenti e subappalto senza regole – e non parliamo dei tempi di pagamento – la qualità delle opere, la sicurezza degli operatori, la qualificazione delle imprese stesse sarà destinata ad un inevitabile collasso. Sono queste le modalità di ricostruzione alle quali tutta la Nazione aspira?”

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