Il 17 ottobre all’Istituto Superiore Diaz, in via Diana nel quartiere Tuscolana di Roma, si è verificato il crollo di un controsoffitto interno. I calcinacci sono caduti sulla tromba delle scale, fortunatamente senza provocare feriti gravi. Alcuni studenti, esposti alle polveri, sono stati soccorsi dal 118 e l’edificio è stato immediatamente evacuato.
L’episodio, seppur senza gravi conseguenze, riaccende un campanello d’allarme mai davvero spento: le scuole italiane non sono sempre sicure. E non si tratta di un caso isolato.
Edilizia scolastica: fondi stanziati ma ancora poco spesi
Il patrimonio scolastico italiano continua a soffrire per vetustà, carenze strutturali, impianti obsoleti e scarsa manutenzione preventiva. Eppure, le risorse esistono: il PNRR – Missione 4 ha destinato 12,1 miliardi di euro all’edilizia scolastica, ma a oggi solo il 43,75% (circa 5,3 miliardi) risulta effettivamente speso.
Nel 2025 sono stati aggiunti ulteriori 10 milioni di euro all’anno per due anni al Fondo Unico per l’Edilizia Scolastica, e sono previste opere per la messa in sicurezza di 2,6 milioni di metri quadri di edifici scolastici. Tuttavia, molte risorse restano inutilizzate o rallentate da procedure complesse e da limiti amministrativi degli enti locali.
Federcepicostruzioni: “Non basta intervenire dopo i crolli”
Per Federcepicostruzioni, l’associazione nazionale delle imprese e professionisti del settore edile, è ora di cambiare approccio.
«Non basta intervenire nei casi emergenziali», afferma il presidente Antonio Lombardi.
«Serve un piano nazionale per il monitoraggio strutturale e la manutenzione periodica degli edifici scolastici, con verifiche obbligatorie, cicli certi e fondi dedicati stabili».
Lombardi sottolinea come le competenze amministrative e tecniche siano spesso insufficienti nei piccoli Comuni, che faticano ad accedere ai fondi, utilizzare i sistemi informativi (SiGeCo, SIDI) e portare a termine i progetti nei tempi previsti.
Proposte per un sistema più efficiente
Federcepicostruzioni chiede:
- Procedure semplificate e trasparenti
- Supporto tecnico e gestionale agli enti locali più deboli
- Coinvolgimento delle imprese specializzate e degli ordini professionali
- Gare trasparenti, controlli rigorosi, progettazioni efficaci
Viene inoltre proposta la creazione di un Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica, che renda accessibili a tutti i dati aggiornati su:
- Interventi programmati
- Stato di avanzamento dei lavori
- Spese effettive
- Condizioni degli edifici
«Ministeri, Regioni, Comuni ed enti locali devono cooperare con regole chiare e ruoli definiti», aggiunge Lombardi.
«I ritardi, le duplicazioni e le disfunzioni amministrative non possono essere tollerati quando parliamo di sicurezza per milioni di studenti».
Scuola sicura: una priorità nazionale
Il crollo avvenuto a Roma è l’ennesimo episodio evitabile. La scuola è un luogo di crescita e apprendimento che non può essere messo a rischio da carenze strutturali. Le risorse ci sono, ma vanno rese operative, sbloccate e trasformate in cantieri reali.
La sicurezza degli studenti non può dipendere dalla fortuna: servono responsabilità condivise, pianificazione seria e un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni coinvolte.