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Ddl di Bilancio: 1,7 miliardi per la Nuova Sabatini

L'articolo 75 del disegno di legge di bilancio 2025 incrementa di 400 milioni di euro per l’anno 2025, di 100 milioni per l’anno 2026 e di 400 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029, l’autorizzazione di spesa per la misura “nuova Sabatini” per il sostegno alle PMI

lunedì 4 novembre 2024 - Alessandro Giraudi

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Al fine di assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese, l'articolo 75 del disegno di legge di bilancio 2025 incrementa di 400 milioni di euro per l’anno 2025, di 100 milioni di euro per l’anno 2026 e di 400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029, l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 2, comma 8, del decreto-legge n. 69 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 98 del 2013, destinata all’attuazione della misura c.d. “nuova Sabatini” per il sostegno al sistema delle PMI.

L’agevolazione, di titolarità del Ministero delle imprese e del made in Italy, ha l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese. Ad oggi, infatti, la “Nuova Sabatini” costituisce uno strumento strutturale di sostegno al sistema delle PMI per l’acquisto o acquisizione in leasing di beni strumentali che si è rivelato efficace, anche in chiave anticongiunturale, per la crescita e il rilancio degli investimenti produttivi.

Nel dettaglio, possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI) appartenenti a tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, ad eccezione del settore inerente alle attività finanziarie e assicurative.

Le agevolazioni consistono nella concessione di finanziamenti da parte di banche e intermediari finanziari, aderenti all’Addendum alla convenzione tra il predetto Ministero, l’Associazione Bancaria Italiana e Cassa depositi e prestiti.

Banda ultra larga

L'articolo 76 del Ddl di bilancio 2025 prevede la possibilità di concedere contributi a favore dei soggetti attuatori che ne facciano motivata richiesta, al fine di permettere il completamento degli interventi di realizzazione e gestione di una infrastruttura passiva a banda ultra larga di cui al Piano Nazionale Banda Larga, nato – ricorda la relazione illustrativa – nel 2009 dall’esigenza di avere un’unica strategia nazionale per abbattere il digital divide ed autorizzato dalla Commissione europea per portare l’accesso alla banda larga nelle aree bianche del Paese, ovvero dove i costi di sviluppo delle infrastrutture non possono essere sostenuti dal mercato, poiché economicamente non redditizi.

Sotto il profilo attuativo, la disposizione prevede che, con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, si stabiliscano le modalità di concessione dei contributi, erogabili nel limite massimo di 220 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029. Si prevede, inoltre, che le eventuali risorse eccedenti l’effettivo fabbisogno sono versate all’entrata del bilancio dello Stato e restano acquisite.

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