Nel Programma di lavoro per il 2026, la Commissione europea inserisce anche una serie di interventi in ambito fiscale, presentandoli all’interno della strategia volta a rafforzare la competitività dell’Unione. Il documento, orientato all’idea di una “Europa più autonoma”, punta a consolidare il modello sociale europeo e a sostenere la transizione verso un’economia moderna, resiliente e protetta da pratiche commerciali scorrette. Sul fronte tributario, l’obiettivo è semplificare e sistematizzare l’insieme delle regole oggi in vigore.
La Commissione insiste sulla necessità di rendere più chiare e più facili da applicare le norme europee: un percorso che si traduce nella predisposizione di vari pacchetti di semplificazione dedicati a settori strategici, tra cui proprio la fiscalità. Le stime indicano che tali interventi potrebbero generare risparmi superiori agli 8,6 miliardi di euro l’anno per le imprese, in linea con le conclusioni del Consiglio Ue dell’11 marzo, che ha richiesto un riordino delle disposizioni fiscali e la rimozione di quelle ormai superate o sovrapposte.
L’“omnibus fiscale”: una proposta attesa nel 2026
Tra le iniziative di maggior rilievo figura il pacchetto legislativo definito “omnibus fiscale”, che la Commissione intende presentare nel secondo trimestre del 2026. L’obiettivo è riorganizzare e semplificare la normativa già esistente, intervenendo soprattutto sui rapporti tra le diverse leggi europee.
Tra i provvedimenti potenzialmente coinvolti c’è anche la disciplina sulla cooperazione amministrativa (Dac), centrale per l’applicazione della Global Minimum Tax nei Paesi Ue.
Il nuovo pacchetto potrebbe inoltre integrare alcune proposte già avanzate negli anni scorsi, come le norme contro l’uso di società di comodo per ottenere vantaggi fiscali (direttiva “Unshell”), mirate a rafforzare la trasparenza e agevolare l’individuazione di eventuali irregolarità da parte delle autorità. Altre iniziative, invece, potrebbero essere abbandonate e non confluire nell’omnibus, tra cui la tassa sulle transazioni finanziarie, la direttiva Debra sul riequilibrio tra finanziamento tramite capitale e debito, e la direttiva sui prezzi di trasferimento.
Proprio sul transfer pricing, infatti, la Commissione sta valutando la creazione di una piattaforma europea dedicata, con funzioni consultive e non vincolanti.
Altre misure in discussione
Accanto al pacchetto di semplificazione, la Commissione intende portare avanti ulteriori proposte. Tra queste, la direttiva Befit, pensata per definire criteri omogenei di determinazione della base imponibile per le società appartenenti a gruppi operanti in più Stati membri.
È inoltre allo studio il cosiddetto “sistema fiscale della sede centrale”, che permetterebbe alle Pmi con attività cross-border gestite tramite stabili organizzazioni di rapportarsi con una sola Amministrazione fiscale, quella del Paese in cui ha sede la capogruppo.
Rientrano tra i dossier aperti anche l’ipotesi di un regime comune per tassare i ricavi derivanti da specifici servizi digitali e l’introduzione di nuove regole per la fiscalità delle imprese con una presenza online significativa nel territorio dell’Unione.