FINCO esprime “forte preoccupazione” per le nuove disposizioni sulle aree idonee contenute nel Decreto Legge 21 novembre 2025, n. 175, dedicato al Piano Transizione 5.0 e alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
All’articolo 2 del provvedimento vengono introdotti criteri e limitazioni che, secondo la Federazione, risultano “gravemente restrittivi”, peggiorativi persino rispetto al DM Aree Idonee del 21 giugno 2024, già giudicato insufficiente e successivamente annullato dai Tribunali amministrativi.
“Con le nuove regole il territorio non è più idoneo alle rinnovabili”
Per FINCO, l’effetto più critico della norma è chiaro: la quasi totalità del territorio nazionale risulterà non idonea all’installazione di impianti rinnovabili.
Inoltre, l'applicazione retroattiva rischia di bloccare non solo i futuri progetti, ma anche quelli già in corso di autorizzazione. Preoccupazioni simili sarebbero già state espresse da alcune Regioni, tra cui Umbria, Sicilia e Campania.
Un quadro paradossale, secondo la Federazione: da un lato il Governo impugna davanti alla Corte Costituzionale la normativa regionale sarda sulle aree idonee; dall’altro introduce criteri analoghi – se non più restrittivi – a livello nazionale.
Rischi per la sicurezza energetica e per la competitività del Paese
FINCO sottolinea che la crisi energetica del 2022 ha già messo in evidenza la fragilità del sistema energetico italiano. Limitare ulteriormente le rinnovabili esporrebbe imprese e famiglie a nuovi picchi di prezzo, con ripercussioni sulla competitività italiana, sull’occupazione, sulla sicurezza energetica e sugli obiettivi climatici.
La Federazione teme inoltre che le nuove disposizioni, ponendosi in contrasto con la Direttiva europea RED II, possano aprire la strada a procedure di infrazione e compromettere il raggiungimento degli obiettivi del PNRR e dell’Energy Release, che richiedono invece una rapida crescita della capacità rinnovabile.
Re Rebaudengo nominato Vice Presidente FINCO: “Servono certezze normative”
Nel corso della Giunta del 28 novembre, Agostino Re Rebaudengo è stato nominato Vice Presidente FINCO.
Il neopresidente ha espresso gratitudine e un appello al legislatore:
«Ringrazio FINCO per la fiducia. Auspico che in sede di conversione del decreto venga inserita almeno una norma di salvaguardia per i progetti già in sviluppo, come avvenuto nel 2024 con il DL Agricoltura. È fondamentale mantenere la disciplina delle aree idonee del Decreto Legislativo 199/2021, che ha garantito certezze agli operatori».
Re Rebaudengo segnala inoltre il rischio che le nuove restrizioni impediscano la realizzazione dei progetti già vincitori delle aste FER X transitorie.
Beni culturali e rinnovabili: “Non un fronte di scontro ma di collaborazione”
FINCO, che rappresenta anche la filiera dei beni culturali (restauro, archeologia), ritiene che lo sviluppo delle rinnovabili non sia affatto in conflitto con la tutela del patrimonio. La Federazione annuncia l’apertura di un Tavolo di lavoro congiunto fra le due filiere per promuovere un approccio integrato e sostenibile.
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