In base a quali principi il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica intenda definire criteri nazionali standard per l'individuazione delle aree idonee a livello regionale e la determinazione di indici massimi di saturazione, adottando iniziative di competenza volte a prevedere che, al momento di autorizzare un nuovo impianto, si tenga conto di quelli analoghi già installati nel medesimo territorio comunale o provinciale. Chiarire altresì, in tale ottica, quali previsioni vi siano in ordine ai costi futuri per la remunerazione, l'incentivazione, l'integrazione in rete con sistemi di accumulo e per il bilanciamento della rete, in relazione agli impianti a fonte rinnovabile intermittenti e tra loro contemporanei.
Lo ha chiesto al ministro Pichetto un'interrogazione – prima firmataria la deputata Daniela Ruffino (Azione) – che cita la sentenza n. 9155 del 13 maggio 2025, con la quale il TAR Lazio ha annullato l'articolo 7, commi 2 e 3, del decreto ministeriale del 21 giugno 2024, imponendo al MASE entro il termine di 60 giorni l'individuazione dei criteri per l'individuazione delle aree idonee all'installazione di impianti a fonte rinnovabile.
“In diverse occasioni il Governo è stato sollecitato, da un lato, a indicare alle regioni sia una scadenza temporale per l'individuazione delle aree idonee ad ospitare gli impianti fotovoltaici ed eolici – sia onshore che offshore – di grande taglia (indicativamente superiori a 2 megawatt) e, dall'altro, a definire a livello nazionale dei criteri univoci, che tengano conto delle caratteristiche e delle dimensioni fisiche degli impianti, onde evitare sia applicazioni arbitrarie che un'eccessiva saturazione delle medesime aree”, ricorda l'interrogazione.
Fenomeni di saturazione
“L'assenza di criteri generali in ordine all'autorizzazione degli impianti nelle diverse aree territoriali e la disciplina oggi prevista per le procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica non tengono conto di indici complessivi di affollamento degli impianti, che portano in alcuni casi a fenomeni di saturazione (con richieste anche superiori al 50 per cento del territorio comunale di riferimento), con gravi effetti economici e ambientali”, osserva l'interrogazione, evidenziando che il funzionamento del mercato elettrico da fonti rinnovabili “incentiva l'installazione di impianti con produzioni intermittenti, concentrate nelle stessa fascia oraria e remunerate a un prezzo definito da incentivi o da contratti a due vie, di valore ben superiore a quello di mercato, che in quella fascia risulta prossimo allo zero per effetto della sovrapproduzione; così già oggi, in quelle ore, una parte di quella produzione non viene utilizzata, pur essendo remunerata, con conseguenti oneri pesanti sulla bolletta elettrica di famiglie e imprese”.
Pichetto: stiamo valutando la revisione degli aspetti messi in risalto dal TAR Lazio
“In relazione al quesito posto dagli onorevoli interroganti sul tema delle aree idonee, stiamo valutando in questi giorni la revisione degli aspetti messi in risalto in una delle sentenze del TAR Lazio”, ha risposto ieri 21 maggio il ministro Pichetto. “L'impegno è quello di delineare rapidamente dei criteri specifici e uniformi attraverso un confronto inclusivo con la regione e i Ministeri concertanti, in modo da dare definitivamente al Paese un assetto stabile per lo sviluppo delle rinnovabili e la loro corretta integrazione nel sistema elettrico. Faccio presente che riguarda solo una parte delle sentenze, perché in altre c'è rinvio alla Corte costituzionale e riguarda leggi.
Proprio in tale ottica - e qui giungo alla seconda parte del quesito posto dall'onorevole interrogante - al fine di ridurre il rischio di sovrapproduzione da fonte rinnovabile in alcune fasce orarie e quindi di mancato dispacciamento sono state adottate misure che promuovono lo sviluppo di sistemi di accumulo - principalmente batterie ed impianti di accumulo idroelettrico - funzionali a conservare l'energia elettrica nelle ore di maggiore produzione e a renderla poi disponibile nelle ore di minor apporto. In particolare, per la tipologia delle utilities key, nel 2024 è stata approvata la disciplina del meccanismo di contrattualizzazione a termine di una nuova capacità di accumulo, il cosiddetto MACSE, basato su procedure competitive svolte da Terna, con una programmazione temporale dei fabbisogni che terrà conto sia dello sviluppo atteso dalla capacità di generazione da fonte rinnovabile, sia dell'evoluzione della rete di trasmissione. La prima asta si terrà il prossimo mese di settembre. ARERA è in procinto di definire i parametri tecnici ed economici per la presentazione dell'offerta da parte dei proponenti, dopo aver concluso di recente la consultazione pubblica relativa ai propri orientamenti in materia”, ha concluso Pichetto.
Leggi anche: “Aree idonee impianti Fer, il Tar Lazio annulla alcune norme del DM 21 giugno 2024”