Razionalizzare il quadro normativo vigente in tema di agevolazioni per le imprese, con una migliore pianificazione del processo connesso alla realizzazione del sostegno pubblico mediante incentivi ed una gestione più trasparente, equa ed efficiente. È questo l'obiettivo dello schema di decreto legislativo recante codice degli incentivi (Atto del Governo AG n. 294), attualmente all’esame della Commissione Attività Produttive della Camera e della Commissione Industria del Senato.
Lo schema di decreto è attuativo della delega conferita dall’articolo 3 della legge 27 ottobre 2023 n.160, recante “Delega al Governo in materia di revisione degli incentivi alle imprese e disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche” ed è collegato con gli obiettivi di sviluppo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR – Missione 1, Componente 2, Riforma 3 “Razionalizzazione e semplificazione degli incentivi alle imprese”).
Confprofessioni: finalmente parità di accesso per professionisti e imprese
«Il Codice introduce finalmente un quadro normativo chiaro e coerente, in grado di garantire parità di accesso agli incentivi per imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti», commenta il presidente di Confprofessioni, Marco Natali.
In una memoria depositata il 6 ottobre scorso in Commissione Attività Produttive della Camera, Confprofessioni ha espresso forte apprezzamento per un provvedimento atteso da tempo dal mondo delle professioni.
La Confederazione ha sottolineato come il nuovo impianto normativo possa finalmente superare la frammentazione e la stratificazione che hanno caratterizzato le politiche di incentivazione negli ultimi anni, penalizzando in particolare le micro e piccole realtà produttive, tra cui gli studi professionali.
Particolare attenzione è stata dedicata all’articolo 10 del decreto, che disciplina la partecipazione dei lavoratori autonomi ai bandi pubblici. La norma stabilisce che, laddove previsto, i professionisti accedano agli incentivi alle stesse condizioni delle PMI, evitando requisiti non giustificati che ne ostacolino l’accesso.
«Questa norma concretizza un principio di equità da sempre sostenuto da Confprofessioni e promosso con determinazione dal sottosegretario al MIMIT, On. Massimo Bitonci, che ha sostenuto l’approvazione dell’emendamento sui professionisti al Ddl “Incentivi” (L. n.. 160/2023)», ha aggiunto Natali.
Favorire modelli aggregativi
La Confederazione propone anche l’introduzione di incentivi mirati agli investimenti realizzati all’interno di strutture aggregate, come le Società tra Professionisti (STP) e le Società tra Avvocati (STA).
«Favorire modelli aggregativi significa rafforzare la competitività dei professionisti e delle MPMI, creando strutture multidisciplinari capaci di affrontare le sfide del mercato europeo», ha sottolineato il presidente.
Incentivi graduati che premino di più le forme più stabili e integrate
Confprofessioni suggerisce un sistema di incentivi graduati, che premi maggiormente le forme più stabili e integrate, senza trascurare il supporto alle aggregazioni leggere come le reti o le associazioni temporanee tra professionisti.
Transizione digitale ed ecologica per gli studi professionali
Occorre poi mettere in campo strumenti volti al consolidamento delle attività degli studi professionali attraverso strumenti di sostegno alla digitalizzazione e alla transizione ecologica.