Il 2026 doveva essere il primo anno in cui venivano abbassate le detrazioni per la ristrutturazione della casa, rispettivamente dal 50% al 36% per la prima casa e dal 36% al 30% dalla seconda in poi.
Invece con un colpo a sorpresa il governo Meloni ha inserito all’art. 9 della bozza bollinata della manovra 2026, che si appresta ad approdare in Parlamento, la proroga di un ulteriore anno.
Resta invece definitivo il termine al 31 dicembre di quest’anno del Superbonus, l’incentivo già depotenziato al 65%, e riservato esclusivamente per interventi sulle parti comuni dei condomini.
La proroga del bonus casa è stata sostenuta dal viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava, con delega per l’efficientamento energetico, che ha ringraziato il ministro Giorgetti per essere riuscito, nelle pieghe di una manovra (giudicata dalle opposizioni piuttosto austera e da Confindustria non particolarmente foriera di misure volte alla crescita), a stanziare comunque le risorse sufficienti a garantire detrazioni fiscali più generose.
Certo rimane il limite dei 96 mila euro per ogni unità immobiliare, e rimane il fatto che negli ultimi anni il costo delle ristrutturazioni è
aumentato per via dell’inflazione, ma come ha affermato il ministro Gava, si tratta pur sempre di “un’ottima notizia per le famiglie italiane”, soprattutto quelle che hanno la possibilità di ristrutturare casa in un contesto economico più complicato che negli anni passati.
Forse anche per questo, temendo un definitivo crollo delle ristrutturazioni (-25% dei bonifici parlanti per le ristrutturazioni secondo dati dell’Agenzia delle Entrate), e in ottica di favorire la riqualificazione degli immobili più datati, e quindi in ottica direttiva case green, si è deciso di mantenere lo stesso livello di detrazioni.
Cosa resta invariato
Il bonus ristrutturazioni è riconosciuto per tutti i lavori edilizi: da quelli più importanti per i quali occorrono autorizzazioni comunali, come la Cila o la Scia, a quelli che rientrano nell’edilizia libera, per i quali non occorre presentare nessuna pratica al Comune. Tra questi quindi ci sono: sostituzione degli infissi, acquisto di climatizzatori, rifacimento di impianti elettrico o idraulico.
Rientrano nell’agevolazione anche la costruzione di nuovi box auto e gli interventi antisismici. Inclusi nel bonus casa anche l’installazione dei pannelli solari e relativi sistemi di accumulo. È obbligatorio il pagamento con il bonifico parlante con i dati fiscali e la fattura intestata chi chiede l’agevolazione.
Le stesse aliquote differenziate tra prima e seconda casa sono poi previste anche per l’Ecobonus, cioè per la detrazione per il risparmio energetico. L'agevolazione è prevista per gli stessi lavori ammessi al bonus casa, con in più l’installazione di tende solari, e con le stesse regole quanto a pagamenti e durata. Cambiano invece i tetti di spesa che vanno in base alla tipologia di intervento. L’Ecobonus scadrà il 31 dicembre 2027.