Attualità

Corsi di laurea in ingegneria “tipici”: lieve flessione degli immatricolati

Il Centro Studi CNI rileva che il numero totale di immatricolati ai corsi di laurea in Ingegneria “tradizionali” o “tipici” da qualche anno è in leggero calo, assestandosi per l’anno accademico 2023-2024 appena sotto i 49mila immatricolati, pari a circa il 15% di tutti gli immatricolati

giovedì 26 giugno 2025 - Redazione Build News

esami abilitanti 2023

In Italia circa due diplomati su tre si iscrivono ad un corso universitario: tra i ragazzi che hanno conseguito il diploma di maturità nel 2023, infatti, si stima che il 65% abbia proseguito gli studi iscrivendosi all’università, valore sostanzialmente in linea con quanto rilevato negli scorsi anni, ma ben distante dai valori registrati ad inizio anni 2000, quando circa tre diplomati su quattro proseguivano gli studi dopo la maturità. 

Tra i diversi gruppi disciplinari universitari, continuano a riscuotere un particolare successo i corsi di laurea in ingegneria, seppur con segnali contrastanti: se da un lato, infatti, i dati evidenziano da qualche anno un lieve calo di immatricolazioni nei corsi di laurea degli indirizzi industriali e dell’informazione, dall’altro si assiste ad una leggera ripresa per quanto riguarda i corsi del gruppo Ingegneria civile ed Architettura. Tuttavia, il dato che spicca è che il numero complessivo di immatricolati ai corsi di laurea in Ingegneria “tradizionali” o “tipici” da qualche anno è in leggera flessione, assestandosi per l’anno accademico 2023-2024 appena sotto i 49mila immatricolati, pari a circa il 15% di tutti gli immatricolati. È quanto emerge dal periodico rapporto del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

“I rapporti del nostro Centro Studi – osserva Domenico Perrini, Presidente del CNI – da alcuni anni riportano un calo strutturale del numero totale degli immatricolati rispetto a quanto eravamo abituati a vedere nei primi anni 2000. In questo periodo le immatricolazioni ai corsi di ingegneria hanno tenuto bene, ma il fatto che nell’anno accademico 2023-24 si registri una leggera flessione delle iscrizioni ai corsi di laurea in ingegneria “tipici” deve rappresentare per noi un campanello di allarme. E’ chiaro che anche il settore ingegneristico, tradizionalmente in buona salute, ha bisogno di trovare nuovi slanci. Come questo Consiglio sostiene da tempo, la strada maestra per offrire un maggiore appeal ai nostri studenti è quella della laurea abilitante che, prevedendo un tirocinio, può mettere a disposizione del mondo del lavoro laureati in ingegneria già pronti a soddisfare le necessità dei datori di lavoro”.

“Ciò che viene fuori dal rapporto è frutto principalmente della progressiva e veloce digitalizzazione della formazione universitaria – afferma Marco Ghionna, Presidente del Centro Studi CNI -. Si osservi, a tal proposito, che nell’anno accademico 2023-2024 i primi quattro corsi in Ingegneria per numero di immatricolazioni appartengono ad atenei telematici. C’è da notare però che tra i diversi gruppi disciplinari universitari, i corsi di laurea in ingegneria continuano a riscuotere un particolare gradimento tra i diplomati delle scuole superiori che decidono di continuare gli studi universitari, seppur con segnali contrastanti. I dati, infatti, evidenziano da qualche anno un lieve calo di immatricolazioni nei corsi di laurea degli indirizzi industriali e dell’informazione; d’altro canto, si assiste ad una leggera ripresa per quanto riguarda i corsi del gruppo Ingegneria civile ed Architettura”.

Numero di immatricolati stabile rispetto agli ultimi anni

Allargando l’osservazione all’intero universo dei potenziali Ingegneri, ossia tutti gli immatricolati che hanno intrapreso gli studi in una classe di laurea utile per l’accesso all’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere e ingegnere iunior, il numero di immatricolati è sostanzialmente stabile rispetto agli ultimi anni e si aggira intorno alle 61mila unità. I corsi della classe L-9 Ingegneria industriale si confermano ancora una volta quelli che richiamano il maggior numero di studenti, sebbene in leggero calo rispetto all’anno accademico precedente (-4,6%). Aumentano gli immatricolati ai corsi in Ingegneria dell’informazione (+4,7%), mentre appaiono in chiaroscuro i dati relativi al settore civile ed ambientale:  continua a calare il numero di immatricolazioni nella classe L-7 Ingegneria civile ed ambientale (-5,4%), mentre si assiste ad un incremento delle immatricolazioni nella classe L-23 Scienze e tecniche dell’edilizia (+3,1%) e nella classe di laurea magistrale a ciclo unico LM-04cu Architettura ed ingegneria edile – architettura (+8.5%) a conferma del crescente successo riscosso negli ultimi tempi da questo indirizzo di laurea.

L'unicum dei corsi di laurea magistrale a ciclo unico in architettura e ingegneria edile-architettura

I corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Architettura e ingegneria edile-architettura costituiscono un unicum nel panorama formativo ingegneristico in quanto sono organizzati come i corsi del vecchio ordinamento in 5 anni continuativi e forniscono un titolo di laurea che consente l’accesso agli Esami di Stato di abilitazione sia alla professione di Ingegnere che a quella di Architetto. Probabilmente è proprio questo duplice sbocco a decretarne il successo: un giovane che si iscrive ai corsi di laurea di questo tipo ha la possibilità di orientarsi strada facendo su quale profilo professionale propendere, senza dover necessariamente escludere anche l’eventualità di una doppia iscrizione ad entrambi gli Albi. Negli ultimi 5 anni, il numero di immatricolati a questi corsi, dopo aver raggiunto il minimo storico nell’anno accademico 2018/2019 con soli 1.805 immatricolati, è progressivamente aumentato fino ad arrivare a quasi 2.800 nell’anno accademico 2023-24.

La presenza femminile

In un panorama universitario italiano caratterizzato ormai da tempo da una predominante presenza femminile (il 56% di tutti gli immatricolati dell’anno accademico 2023-24 è di genere femminile), anche i corsi di laurea in Ingegneria, da sempre a forte prevalenza maschile, stanno vedendo tra gli iscritti un sempre più consistente numero di donne. Oggi rappresentano il 28,1% del totale, il valore massimo mai rilevato. Il numero più consistente di donne (5.735) si iscrive ad un corso di laurea della classe L-9 Ingegneria industriale. In aumento le donne immatricolate in tutte le altre classi di laurea “tipiche”, in particolar modo nei corsi della classe L-8 Ingegneria dell’informazione che arrivano ad accogliere circa un terzo delle ragazze iscritte ai corsi di laurea in ingegneria. Rispetto all’universo maschile, le donne prediligono i corsi del settore civile ed ambientale, in particolar modo quelli della laurea a ciclo unico in Architettura e ingegneria edile architettura dove arrivano a costituire quasi i due terzi degli immatricolati. La componente femminile si rivela consistente anche nella classe L-23 Scienze e tecniche dell’edilizia (42,2%) e L-7 Ingegneria civile ed ambientale (32,6%). La presenza femminile si riduce invece a soltanto un immatricolato su quattro nei corsi del settore industriale e dell’informazione.

Fortissimo aumento di iscrizioni nelle università telematiche

Infine, circa il 30% degli iscritti al primo anno di un corso in ingegneria è concentrato in soli quattro atenei (Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università di Padova, Università Federico II di Napoli), ma si assiste ad un fortissimo aumento di iscrizioni nelle università telematiche tanto che, nell’anno accademico 2023-24, il numero di iscritti al primo anno presso l’Università telematica Mercatorum è addirittura superiore a quello rilevato presso l’Università La Sapienza di Roma e presso l’università di Bologna. Il processo di progressiva “digitalizzazione” della formazione universitaria per cui la formazione “a distanza” sta andando gradualmente a sostituire quella tradizionale in presenza sembra aver ormai intrapreso una strada di non ritorno: basti pensare che nell’anno accademico 2023/2024 i primi quattro corsi in Ingegneria per numero di immatricolazioni appartengono ad atenei telematici e che per individuare il primo corso “tradizionale”, quello in Ingegneria informatica del Politecnico di Milano, bisogna scendere al quinto gradino.

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