Attualità

Il Decreto Infrastrutture è in discussione alla Camera. Le proposte del CNI e dell'ANCE

Revisione prezzi: per l’ANCE necessarie modifiche e chiarimenti al Dl Aiuti. Anche il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha partecipato all’audizione alla Camera e nell’occasione è stato presentato un documento che sintetizza il contributo tecnico-istituzionale degli ingegneri

giovedì 5 giugno 2025 - Alessandro Giraudi

palazzo montecitorio

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha partecipato all’audizione convocata dalle Commissioni Riunite VIII (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) e IX (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) della Camera nell’ambito dell’esame del cosiddetto Decreto Infrastrutture (decreto-legge 21 maggio 2025, n. 73, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 116 del 21 maggio). 

In rappresentanza del CNI ha partecipato Sandro Catta, Consigliere con delega ai Lavori Pubblici, al Building Information Modeling (BIM) e all’Ingegneria Aeroportuale. Nell’occasione è stato presentato un documento che sintetizza il contributo tecnico-istituzionale degli ingegneri, la cui funzione è centrale nella programmazione, progettazione, gestione e controllo delle opere pubbliche e delle infrastrutture strategiche del Paese.

Dopo aver ringraziato per l’occasione di confronto, come sempre di grande importanza, Sandro Catta ha sottolineato le posizioni del CNI in merito ad alcuni punti specifici. Per quanto riguarda l’articolo 1, relativo alle disposizioni urgenti per l’avvio delle cantierizzazioni per il collegamento stabile Sicilia-Calabria, il CNI, al netto di considerazioni di opportunità politica, ha sottolineato quanto già sostenuto dalla categoria in ordine alla fattibilità tecnica del Ponte sullo Stretto di Messina, considerandolo una grande opera strategica per il rilancio infrastrutturale del Mezzogiorno e per il consolidamento della rete di trasporto euro-mediterranea. La comunità ingegneristica italiana, per capacità professionali, esperienze pregresse e competenze tecnico-scientifiche, dispone degli strumenti necessari a garantire la progettazione, l’affidabilità strutturale e la sicurezza dell’infrastruttura. A testimonianza dell’impegno della categoria, il CNI ha costituito un apposito Gruppo di Lavoro sul Ponte sullo Stretto, affidandone il coordinamento al prof. Edoardo Cosenza, accademico di riconosciuto prestigio ed esperto di strutture complesse oltre che Consigliere del CNI. Tale gruppo ha il compito di fornire supporto tecnico-specialistico, monitorare l’evoluzione normativa e progettuale e favorire un approccio integrato tra l’opera principale e le necessarie infrastrutture ferroviarie e viarie di adduzione.

Sempre relativamente all’art.1, la previsione dell’adeguamento prezzi, contenuta nel comma 1, risulta, dal punto di vista del CNI, coerente con l’evoluzione normativa più recente, maturata in risposta alle significative variazioni nei costi dei materiali registrate negli ultimi anni. Inoltre, in termini di governance tecnica, è valutata positivamente l’introduzione della costituzione di Collegi Consultivi Tecnici anche per i contratti oggetto delle disposizioni speciali, poiché ciò consente di rafforzare la prevenzione e la risoluzione tempestiva delle controversie tecniche ed esecutive. Tuttavia, si esprime perplessità in merito alla previsione di un abbattimento automatico del 50% delle tariffe professionali riconosciute ai componenti dei Collegi.

Per quanto riguarda l’art.2, Il CNI accoglie favorevolmente l’estensione degli incentivi tecnici anche ai dirigenti tecnici delle pubbliche amministrazioni, come previsto dalla modifica all’art. 45 del Codice dei contratti pubblici. Quanto poi all’art.3, il CNI accoglie con favore l’introduzione della definizione normativa dell’indice di affollamento (IA) quale parametro oggettivo per la classificazione sismica degli edifici pubblici. L’iniziativa rappresenta un passo utile per superare le incertezze interpretative riscontrate negli ultimi anni in sede di applicazione delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) e delle relative linee guida ministeriali, specialmente nei casi di destinazioni d’uso complesse. Ha richiamato al contempo l’attenzione sulla necessità di promuovere norme organiche e complessive, soprattutto relativamente al settore delle costruzioni, superando l’emanazione di singoli e ripetuti provvedimenti di modifica.

In riferimento all’art.8, in materia di rafforzamento della capacità amministrativa della società RAM S.p.A., il CNI auspica che l’incremento previsto del personale sia orientato alla formazione e all’impiego di figure ad elevata competenza gestionale, in particolare RUP altamente specializzati e gestori di processo esperti in project management, e non alla costituzione di una nuova struttura pubblica dedicata alla progettazione diretta delle opere. L’idea di costituire un “soggetto pubblico di progettazione”, seppur implicita, risulterebbe anacronistica, soprattutto in un contesto normativo e operativo che richiede approcci multidisciplinari, tecnologie evolute e competenze specifiche verticali, non sempre disponibili all’interno di un’unica struttura organizzativa.

Infine, in materia di revisione dei prezzi, di cui parla l’art.9, tra le altre cose il CNI ha fatto notare come il meccanismo della revisione prezzi presupponga la tempestiva disponibilità degli indici ISTAT di riferimento, ai sensi dell’art. 60, comma 4-bis, del D.Lgs. 36/2023. Tuttavia, non si ha ancora evidenza della pubblicazione di tali indici, il che rende di fatto aleatoria e disallineata l’applicazione della revisione prezzi da cantiere a cantiere.

In conclusione, Catta ha sottolineato che la finalità del contributo del CNI è quella di offrire al Parlamento e al Governo elementi tecnici, operativi e ordinamentali, al fine di garantire che le misure adottate per accelerare l’attuazione del PNRR e la realizzazione delle infrastrutture strategiche siano al tempo stesso sostenibili, coerenti e concretamente attuabili, nel pieno rispetto delle competenze tecniche e del principio di legalità.

Revisione prezzi, ANCE: “Necessarie modifiche e chiarimenti al Dl Aiuti”

Il Decreto legge Infrastrutture, in discussione alla Camera, potrebbe essere la sede legislativa opportuna anche per prevedere quelle correzioni indispensabili al Decreto legge Aiuti. È stata questa una delle principali richieste avanzate da Antonio Ciucci, delegato Ance e presidente Ance Roma-Acer, ascoltato nell’ambito delle audizioni presso le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera sul provvedimento. 

Al Decreto legge Aiuti, ha ricordato il rappresentante dell’Associazione dei costruttori, hanno avuto accesso circa 17 mila contratti e la norma è stata prorogata al 2025. Tuttavia, con una variazione che rischia di avere un impatto pesante sul settore. Infatti, è stata prevista la possibilità di applicare i nuovi prezzari anche in diminuzione rispetto a quelli contrattuali. Questa novità, inoltre, è stata introdotta in modo generico e senza alcun riferimento temporale nell’ambito di previsioni che riguardano i lavori eseguiti e contabilizzati a far data dal 1° gennaio 2023. “Significa che le imprese dovrebbero riaprire le contabilità già chiuse, con lavori già completati”, ha sottolineato Ciucci. “È evidente che un’eventuale applicazione retroattiva della norma provocherebbe problemi gravissimi quali, da un lato, l’impossibilità di recuperare somme nel caso di lavori con contabilità ormai chiuse, e dall’altro, una forte disparità di trattamento rispetto ai procedimenti con liquidazioni ancora in corso, aumentando il rischio di forte contenzioso”.

L’Associazione chiede quindi “di non applicare il decreto in maniera retroattiva e, in ogni caso, per il 2025, l’eventuale applicazione in diminuzione dovrebbe riguardare esclusivamente i singoli prezzi contenuti nello stato di avanzamento dei lavori, mai l’importo complessivo dello stesso, che non potrà scendere al di sotto di quello calcolato con i prezzi di contratto”.

Nel corso dell’audizione, il rappresentante dell’Ance ha trattato altri due temi. Il primo è quello dei cosiddetti “contratti esodati”. La modifica proposta mira a evitare che possano essere «attratti nella sfera di applicazione dell’articolo 60 del nuovo Codice degli appalti, che contiene la nuova disciplina sulla revisione prezzi, anche quei contratti che sinora hanno beneficiato (e potranno beneficiare anche per il 2025, come previsto nella proroga disposta dall’ultima Legge di Bilancio) dello speciale meccanismo di adeguamento prezzi (art. 26 Decreto legge Aiuti, DL 50/2022).

L’altro tema riguarda l’esclusione dal Decreto legge Aiuti degli interventi che hanno avuto accesso al FOI. Una decisione che sta generando gravi problemi applicativi e rischia di compromettere la prosecuzione dei lavori in oltre 5 mila cantieri per almeno 22 miliardi di investimenti. Molte stazioni appaltanti, infatti, sulla base di un’interpretazione letterale, hanno ritenuto e ritengono esclusi dall’applicazione dell’articolo 26 tutti gli appalti che abbiano beneficiato in qualsiasi misura del FOI. Questa lettura testuale, seppur desumibile dalla norma, non appare coerente con l’impianto sistematico e la finalità della disciplina, generando effetti applicativi distorsivi e disomogenei.

È pertanto necessario introdurre un chiarimento normativo che consenta l’applicazione delle misure di cui all’articolo 26 comma 6-ter del DL 50/2022 anche agli appalti che hanno avuto accesso al FOI, ad eccezione delle lavorazioni eseguite o contabilizzate nella medesima annualità contabile di accesso al Fondo. Inoltre, occorre prevedere che, nell’eventualità in cui le risorse FOI non siano state utilizzate dalle committenti per aggiornare i quadri economici, esse non debbano essere restituite all’amministrazione finanziaria ma utilizzate per l’aggiornamento dei prezzi in fase esecutiva ai sensi dell’articolo 26, comma 6-ter.

Infine, è stato affrontato il regime transitorio per i Certificati di esecuzione dei lavori (CEL) in caso di subappalto. Per il presidente di Ance Roma-Acer “resta la necessità di trovare soluzioni che tengano conto del ruolo svolto dall’appaltatore nell’esecuzione dell’appalto, inclusa la responsabilità solidale per la totalità dei lavori affidati in subappalto, e delle attività complementari (ingegneria, topografia, supporto amministrativo ecc.) che consentono la corretta esecuzione delle prestazioni subappaltate”.

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