Il rischio sismico in Italia pesa ogni anno quasi 4 miliardi di euro, con un patrimonio edilizio che presenta criticità rilevanti e un fabbisogno urgente di interventi programmati. È quanto emerso oggi, 10 dicembre, durante l’VIII Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, promossa da Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri e Consiglio Nazionale degli Architetti PPC.
Protagonista dell’incontro è stata la presentazione del nuovo modello di mappatura del rischio elaborato dal Dipartimento Casa Italia in collaborazione con PLINIVS APS, coordinato dal professor Giulio Zuccaro dell’Università di Napoli. Uno strumento che, per la prima volta, integra rischio sismico, idrogeologico, climatico e consumo energetico, con l’obiettivo di favorire interventi congiunti di sicurezza strutturale ed efficientamento energetico.
Una mappatura avanzata per pianificare la prevenzione
Il nuovo modello elabora dati INGV e ISTAT su celle territoriali di 1 km², incrociando pericolosità, esposizione e vulnerabilità degli edifici. Un approccio innovativo che consente di indirizzare con maggiore precisione la pianificazione degli interventi, anche in vista degli investimenti PNRR.
Dalla mappatura emergono alcuni dati chiave:
- Lombardia: quasi 500.000 edifici residenziali in classe di rischio massima.
- Piemonte: livelli di esposizione analoghi alla Lombardia.
- Sicilia: quasi 400.000 edifici ad elevato rischio sismico.
Le regioni con rischio complessivo più alto risultano Sicilia, Calabria ed Emilia-Romagna.
Foti: “Sismica ed energia, un’integrazione cruciale”
Durante l’evento è intervenuto anche il Ministro per gli Affari Europei e il PNRR, Tommaso Foti, che ha definito l’integrazione tra prevenzione sismica ed efficientamento energetico «un tema cruciale per un Paese ad alta vulnerabilità come l’Italia».
Il Ministro ha ricordato come il PNRR abbia già mobilitato oltre 2,3 miliardi di euro in interventi antisismici, includendo:
- 884 progetti sulle scuole (oltre 1,5 miliardi)
- 432 interventi su luoghi di culto e patrimonio culturale (circa 400 milioni)
- 91 interventi nel programma “Ospedali sicuri e sostenibili” (circa 408 milioni)
Ad oggi sono stati completati 245 interventi, segno di un processo in corso, ma ancora lontano dagli obiettivi complessivi.
Superbonus: solo il 40% dei lavori nelle zone più esposte
Un dato significativo arriva dall’analisi di Fondazione Inarcassa su dati ENEA: negli ultimi cinque anni, solo il 40% degli interventi Superbonus ha riguardato le zone sismiche 1 e 2, quelle a maggiore pericolosità. E solo una minima parte degli interventi ha realmente contribuito alla messa in sicurezza antisismica.
Secondo lo studio del professor Mauro Dolce (ReLUIS), combinare gli interventi antisismici con quelli energetici permette tempi più rapidi, costi più efficienti e guadagni di sicurezza significativi: miglioramenti fino a 7,5 classi nel rischio combinato.
18 milioni di edifici da rendere sicuri, 5 milioni da efficientare
I numeri mostrano l’urgenza:
- 18 milioni di edifici necessitano di interventi antisismici.
- 5 milioni di edifici privati e 500.000 pubblici devono essere efficientati energeticamente entro il 2030 (–55% consumi).
Secondo la Fondazione Inarcassa, accoppiare queste esigenze è possibile — e necessario — se supportato da strumenti di pianificazione basati sulla conoscenza del territorio.
Verso una politica integrata: sicurezza, energia e rigenerazione urbana
Presidenti e rappresentanti degli ordini professionali hanno evidenziato la necessità di una strategia nazionale stabile e programmata.
Angelo Domenico Perrini (CNI) ha ricordato come i costi di prevenzione siano “nettamente inferiori” a quelli di ricostruzione, invitando a una pianificazione fondata su dati certi.
Massimo Crusi (CNAPPC) ha sottolineato l’importanza di integrare prevenzione sismica ed efficienza energetica all’interno di una più ampia visione di rigenerazione urbana, che tenga insieme sicurezza, ambiente, cultura e qualità dello spazio pubblico.
Un appello alle istituzioni: investire dove serve, quando serve
La VIII Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica ribadisce l’urgenza di fornire ai decisori strumenti operativi per programmare interventi mirati e sostenibili.
L’Italia è un Paese fragile, e ogni anno questa fragilità ha un costo enorme — economico, sociale e culturale. Integrare prevenzione sismica, efficientamento energetico e politiche urbane non è più un'opzione, ma una necessità per la sicurezza delle comunità e la resilienza del patrimonio edilizio nazionale.
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