È stato presentato in Senato il disegno di legge bollinato “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028” (ddl Legge di Bilancio 2026).
Il comma 1 dell'articolo 26 (recante Misure di contrasto alle indebite compensazioni) del ddl dispone quanto segue: “1. Al fine di dare attuazione alla Riforma 1.12 del PNRR (Riforma dell’Amministrazione fiscale), come da modifiche in corso di riprogrammazione, a decorrere dal 1° luglio 2026, all’articolo 4-bis del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2024, n. 67, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 1 è sostituito dal seguente: «1. I crediti d’imposta diversi da quelli emergenti dalla liquidazione delle imposte non possono essere utilizzati in compensazione, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, ai fini del pagamento dei debiti di cui all’articolo 17, comma 2, lettere e), f) e g), del medesimo decreto. Tale divieto si applica anche ai suddetti crediti d’imposta trasferiti a soggetti diversi dal titolare originario.»;
b) la rubrica è sostituita dalla seguente: «Art. 4-bis (Misure di razionalizzazione e coordinamento delle agevolazioni fiscali)».”
Fond. Inarcassa: divieto compensazione penalizza professionisti, imprese e cittadini
“La Legge di Bilancio 2026 introduce, a partire dal 1° luglio 2026, nuove e pesanti restrizioni sull’utilizzo dei crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi. In particolare, l’art. 26 prevede un divieto di compensazione di tali crediti per il pagamento di debiti di cui all’articolo 17, comma 2, lettere e), f) e g) del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, anche nel caso in cui siano stati ceduti a soggetti terzi”, commenta con forte preoccupazione il Presidente della Fondazione Inarcassa, De Maio.
“Esprimiamo la nostra ferma contrarietà a questa misura, che riteniamo lesiva dei diritti acquisiti da cittadini, imprese e professionisti che hanno operato nel rispetto delle normative vigenti, contribuendo alla riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale e al rilancio dell’economia. Queste nuove disposizioni minano la certezza del diritto, modificando retroattivamente le regole del gioco per chi ha già investito risorse e fiducia nei meccanismi dei bonus edilizi, e colpiscono duramente la liquidità delle imprese e dei professionisti, che hanno fatto affidamento sulla possibilità di compensare i crediti per sostenere la propria operatività.”, aggiunge il Presidente della Fondazione Inarcassa.
Conclude l’ing. De Maio: “Queste misure generano una crisi di fiducia, sia nei confronti del mercato delle cessioni dei crediti — già fortemente rallentato da precedenti interventi normativi — sia tra i cittadini, scoraggiati dal realizzare interventi di efficientamento energetico e di messa in sicurezza degli edifici. Pur condividendo l’obiettivo di contrastare le indebite compensazioni e tutelare la legalità, riteniamo che non si possa penalizzare l’intera filiera dell’edilizia e della progettazione tecnica per colpire una minoranza di comportamenti fraudolenti. Servono controlli mirati e strumenti di verifica efficaci, non divieti generalizzati che paralizzano un settore strategico per il Paese. Chiediamo con forza al Governo e al Parlamento di rivedere questa norma, aprendo un confronto serio con le categorie professionali e le associazioni di settore, per trovare soluzioni equilibrate che tutelino sia l’interesse pubblico sia i diritti dei contribuenti onesti.”