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Case green, la direttiva Ue è in dirittura d’arrivo

L’accordo raggiunto a dicembre per rendere il parco immobiliare dell’Ue a emissioni zero entro il 2050 ha retto grazie a una maggiore flessibilità e libertà di azione concessa ai singoli Paesi membri

giovedì 11 aprile 2024 - Franco Metta

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È quasi fatta, manca praticamente solo l’ultimo passaggio, il voto del Consiglio Ue Ecofin, previsto questo venerdì, per la conferma definitiva. Dopodiché la tanto discussa nuova direttiva Ue sulle Case green potrà essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.

Gli ambasciatori presso l’Ue hanno infatti confermato alla riunione del Comitato permanente dei rappresentanti dei Paesi membri l’accordo raggiunto con il Parlamento europeo a dicembre, poi votato nel corso della Plenaria di marzo, che definisce le nuove norme per rendere il parco immobiliare dell’Ue a emissioni zero entro il 2050.

Maggiore flessibilità per i Paesi membri

Uno degli scogli maggiori per raggiungere l’accordo era rappresentato dall’articolo 9 che inizialmente indicava requisiti stringenti per i singoli edifici come per esempio la classe energetica D obbligatoria dal 2033. Invece è stato deciso di lasciare maggiore spazio di manovra, così i singoli Paesi dovranno definire dei piani per la riduzione dei consumi del loro patrimonio edilizio residenziale, fermo restando il rispetto della roadmap per quanto concerne l’abbattimento dei consumi e quindi delle emissioni, ovvero almeno il 16% entro il 2030 e il 20-22% entro il 2035. Per fare questo il parametro da utilizzare sarà la media dei consumi e non più quindi la classe di efficienza dei singoli immobili.

La direttiva sulle case green e indica poi un altro vincolo: la maggior parte delle ristrutturazioni dovranno riguardare il 43% meno performante del patrimonio edilizio, questo per evitare che le medie sui consumi si raggiungano solo grazie alla realizzazione di nuovi edifici, tralasciando quelli più vecchi e inquinanti.

Infine si è trovata la quadra anche sul punto più difficile da superare, ovvero l’abbandono dei combustibili fossili: la data inizialmente fissata al 2035 è stata spostala al 2040, introducendo però la fine agli incentivi a partire dal 2025, fatta eccezione per i sistemi di riscaldamento ibridi (che utilizzano sia caldaia e pompa di calore) che potranno continuare a beneficiare di incentivi o agevolazioni fiscali.

La direttiva sulle case green non sarà un pasto gratis

Ma quanto costerà ai proprietari di immobili l’applicazione della direttiva Ue sulle case green? A provare a dare una risposta è stata l’associazione dei consumatori Codacons secondo cui gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici comporteranno un costo medio compreso tra i 35 mila e i 60 mila euro ad abitazione. Per la sola sostituzione della caldaia con un modello di nuova generazione la spesa può arrivare in Italia a 16 mila euro. La spesa per la collettività, considerando 1,8 milioni di edifici interessati dalla misura, tra i 63 e i 108 miliardi di euro. In più c’è il rischio che gli immobili non oggetto di lavori di riqualificazione vadano incontro a una svalutazione del 40%.

Ovviamente le stime e i calcoli effettuati dal Codacons, che risalgono allo scorso anno, sono al netto di eventuali incentivi e agevolazioni fiscali. Però, per come è stata l’esperienza del Superbonus e degli altri bonus edilizi che hanno inciso notevolmente sulle finanze pubbliche, è facile immaginare come l’onere maggiore degli interventi ricadrà sui singoli proprietari.

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