Quali iniziative intende intraprendere – per quanto di competenza – il Ministro della giustizia per addivenire ad aggiornare gli equi compensi dei professionisti fermi da 12-15 anni.
Lo ha chiesto una interrogazione presentata dal deputato Arturo Scotto (Pd) il 7 aprile scorso.
L'Osservatorio nazionale sull'equo compenso sarebbe in stallo
Stando a quanto riportato da organi di stampa nei giorni scorsi, l'Osservatorio per il monitoraggio della disciplina sulla giusta remunerazione degli autonomi presso il Ministero della giustizia è «in stallo»: l'ultima convocazione risale a quasi quattro mesi fa, sebbene la relazione sull'attività dello scorso anno preannunciasse «approfondimenti in via prioritaria sull'applicabilità alle gare pubbliche della normativa».
Nel 2024 l'Osservatorio “è stato convocato 4-5 volte e non ha concluso nulla e intanto i parametri ministeriali per la determinazione dei compensi dei professionisti non sono aggiornati da 12-15 anni e, dunque, la legge sull'equo compenso è una sorta di scatola vuota”, afferma l'interrogazione.
La legge n. 49 del 2023 e l'Osservatorio
L'interrogazione ricorda in premessa che la legge del 21 aprile 2023 n. 49 reca disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali.
Con la firma del decreto n. 6 del 2024 del Ministero della giustizia, è stato costituito l'Osservatorio nazionale sull'equo compenso, che ha il compito di vigilare sull'osservanza della corretta determinazione e applicazione della giusta remunerazione dei liberi professionisti (in vigore con la legge n. 49 del 2023) e raccogliere le istanze delle libere professioni. Fanno parte dell'Osservatorio i rappresentanti di tutti i consigli nazionali degli Ordini professionali.
L'Osservatorio si è insediato giovedì 11 aprile 2024 con il compito di monitorare l'applicazione delle regole a tutela della remunerazione dei professionisti da parte della pubblica amministrazione e delle grandi imprese, banche e assicurazioni. Sempre all'Osservatorio vanno segnalate dagli interessati le eventuali clausole vessatorie o condotte scorrette in tema di compenso professionale.
Dell'organismo fanno parte, con permanenza in carica per tre anni, il vice capo di gabinetto del Ministro della giustizia e altri 3 rappresentanti del Ministero della giustizia, un funzionario del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 24 rappresentanti delle professioni ordinistiche e cinque rappresentanti delle professionisti non ordinistiche.