Martedì 22 luglio l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato il progetto di legge che recepisce il decreto Salva Casa (Decreto legge 29 maggio 2024, n. 69, convertito con modificazioni dalla legge 24 luglio 2024, n. 105).
La nuova legge è stata approvata con i voti favorevoli delle forze di maggioranza, mentre le forze di opposizione sono uscite dall’aula al momento del voto finale sul provvedimento.
In particolare, sono due le leggi regionali coinvolte dal processo di revisione: la legge 15 del 2013 e la legge 23 del 2004. Sono state diverse le modifiche recepite, alcune riguardanti nuove ipotesi di attività di edilizia libera (installazione nei porticati delle vetrate panoramiche amovibili e posa di elementi per la protezione dal sole), altre relative alla disciplina dello stato legittimo degli immobili. Altre innovazioni introdotte, nella norma regionale, riguardano le tolleranze costruttive e la disciplina sulla regolarizzazione degli abusi edilizi.
L’approvazione arriva dopo un confronto con il Patto per il Lavoro e per il Clima, quattro incontri con il Tavolo tecnico urbanistico regionale a cui siedono le associazioni di categoria, gli ordini professionali e le amministrazioni comunali e provinciali, il parere favorevole del Consiglio delle Autonomie Locali e le competenti commissioni.
Il provvedimento interviene su temi chiave come il cambio di destinazione d’uso degli immobili, l’agibilità, la semplificazione delle sanatorie edilizie e le regolarizzazioni paesaggistiche e sismiche.
Competenza comunale nel cambio di destinazione d’uso
Il testo approvato introduce la conferma della competenza comunale nel cambio di destinazione d’uso, anche nei contesti più delicati come i centri storici o i locali al piano terra, garantendo comunque il rispetto dei vincoli urbanistici e delle possibili contribuzioni.
Ambito di applicazione dei nuovi requisiti igienico-sanitari
Viene inoltre stabilito che i nuovi requisiti igienico-sanitari – come l’altezza minima a 2,40 m e la metratura dei monolocali portata a 20 mq o a 28, mq a seconda se per una sola persona o per due – si applichino esclusivamente agli edifici esistenti quando l’intervento comporta un effettivo miglioramento delle condizioni abitative, e non alle nuove costruzioni, e senza che diventino il volano per interventi di demolizione di edifici di qualità per sostituirli con mini alloggi con piani ribassati.
Distinzione tra sanatorie ordinarie e “giurisprudenziali” e snellimento delle procedure
È stata ribadita la distinzione tra sanatorie ordinarie e “giurisprudenziali”, introducendo procedure più snelle, tariffe più chiare e ridotte per le difformità di lieve entità, con l’aggiunta di un’apertura alla regolarizzazione strutturale in aree sismiche.
Tolleranze costruttive e agibilità
Sul fronte delle tolleranze costruttive e dell’agibilità, la legge nazionale è recepita con un approccio maggiormente semplificativo, tutelando le pratiche già avviate.
Edilizia libera
Inoltre, vengono introdotte nuove forme di edilizia libera previste dal decreto statale, come vetrate panoramiche amovibili nei portici di uso privato, tende da sole e tende bioclimatiche, purché non comportino nuovi volumi o superfici: un ulteriore passo verso una semplificazione degli interventi minori.
La prossima settimana via libera alla nuova modulistica edilizia
Il progetto di legge conferma, tra l’altro, l’utilizzo della modulistica edilizia unificata regionale come strumenti di semplificazione e standardizzazione dell’attività edilizia. Per questo se ne prevede l’approvazione in Giunta la prossima settimana.
Posto un freno a possibili liberalizzazioni incontrollate
“In un contesto di norme complesse – dichiara l’assessora regionale alla Programmazione territoriale e urbanistica, Irene Priolo – siamo intervenuti per garantire certezze applicative a cittadini, professionisti e amministrazioni locali. Lo abbiamo fatto salvaguardando i principi di semplificazione, legalità e qualità del vivere urbano che da sempre guidano l’azione della Regione”.
“L’abitare è un diritto da tutelare – aggiunge ancora Priolo –, ma occorre garantire interventi ordinati, sicuri e sostenibili, senza stravolgere gli assetti delle nostre città. Il nostro intervento rafforza il ruolo della pianificazione comunale ponendo un freno a possibili liberalizzazioni incontrollate. Consente di mantenere un presidio sulle trasformazioni urbanistiche, garantendo che le modifiche d’uso e le sanatorie avvengano nel rispetto delle prerogative dei Comuni e della coerenza con gli strumenti di pianificazione. È una legge che tutela i cittadini e il patrimonio edilizio esistente, valorizzando i processi di rigenerazione urbana ed è una risposta responsabile e puntuale ai cambiamenti introdotti a livello nazionale”.