Attualità

Finanza di progetto: Bruxelles contesta il Codice Appalti e il Correttivo

Secondo la Commissione europea, le nuove norme sulla finanza di progetto e sulla divulgazione dei segreti tecnici e commerciali relativi alle offerte nelle gare d'appalto, stabilite nel Codice Appalti modificato dal Correttivo, non sono ancora conformi alle direttive UE in materia di appalti pubblici

martedì 14 ottobre 2025 - Alessandro Giraudi

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L'8 ottobre scorso la Commissione europea ha deciso di inviare una terza lettera complementare di costituzione in mora all'Italia (INFR(2018)2273) per il non corretto recepimento nella legislazione nazionale di talune disposizioni delle direttive in materia di appalti pubblici dell'UE (direttiva 2014/23/UE, direttiva 2014/24/UE e direttiva 2014/25/UE). 

Nel mirino di Bruxelles anche le norme italiane sulla finanza di progetto, di cui al titolo IV, articolo 193 del nuovo Codice dei contratti pubblici (decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36), come modificato dal Correttivo (D.lgs n. 209/2024) entrato in vigore il 31 dicembre 2024. 

Il comunicato della Commissione europea

“Conformemente alla normativa UE in materia di appalti pubblici, gli appalti pubblici al di sopra di una determinata soglia devono essere oggetto di un bando di gara nel rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento, libera concorrenza e non discriminazione”, si legge nel comunicato della Commissione Ue. “Nel garantire che gli Stati membri recepiscano correttamente tali direttive nelle rispettive legislazioni nazionali, la Commissione si adopera per garantire una concorrenza leale, rendere più facile e meno costoso per le piccole e medie imprese (PMI) presentare offerte per appalti pubblici e dare maggior valore al denaro dei contribuenti”. 

La Commissione europea ritiene che “le nuove norme sulle procedure di aggiudicazione del finanziamento dei progetti e sulla divulgazione dei segreti tecnici e commerciali relativi alle offerte nelle gare d'appalto, stabilite nel Codice italiano dei contratti pubblici adottato nell'aprile 2023 e modificato nel dicembre 2024, non siano ancora conformi alle direttive UE in materia di appalti pubblici”. 

La Commissione Ue procede pertanto all'invio di una lettera complementare di costituzione in mora all'Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, quest'ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.

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