Torna per i Comuni piemontesi la possibilità di consentire interventi di ristrutturazione edilizia su edifici già esistenti, con apposite premialità volumetriche.
Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato a maggioranza (con 44 voti a favore e sei non partecipanti) il disegno di legge n. 88 che si è reso necessario dopo la sentenza della Corte Costituzionale 119/2024 che aveva dichiarato illegittimi alcuni articoli della legge regionale 31 maggio 2022, n. 7 (“Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia”).
Reintrodotta la possibilità di ristrutturare edifici o gruppi di edifici con premialità volumetriche
“Questa legge – ha spiegato l’assessore all'Urbanistica Marco Gallo – in seguito alla sentenza della Corte, reintroduce la possibilità di ristrutturare singoli edifici o gruppi di edifici con premialità volumetriche, come era già previsto dalla legge 16/2018. Con una apposita deliberazione i Comuni potranno individuare gli edifici esistenti su cui intervenire, sempre nel rispetto della corretta pianificazione, per agevolare il miglioramento della qualità urbanistica, paesaggistica, architettonica, statica, energetica e igienico-funzionale del territorio”.
“La modifica della legge 16/2018 va verso una direzione chiara: favorire la rigenerazione urbana, contenere il consumo di nuovo suolo, agevolare il recupero di aree edificate degradate e incentivare pratiche edilizie più sostenibili - precisa Gallo - Si tratta di un passo importante, che affianca il lavoro già avviato con Cresci Piemonte e con la riforma complessiva della normativa urbanistica regionale, su cui stiamo lavorando per fornire strumenti efficaci, chiari e condivisi”.
L’assessore ci tiene anche a sottolineare che “con questa legge il Piemonte anticipa ancora una volta i tempi: in attesa che a livello nazionale venga approvata una riforma organica della rigenerazione urbana, si pone come esempio virtuoso per politiche urbanistiche attente all’ambiente e al futuro delle nostre comunità”.
Gli edifici interessati
Sono interessati dal provvedimento tutti gli edifici classificabili come vecchi od obsoleti, di scarsa qualità architettonica, non sicuri dal punto di vista sismico o energetico. Gli interventi dovranno favorire la sostenibilità ambientale, il miglioramento del tessuto urbano sotto il profilo sociale ed economico, la riduzione delle superfici impermeabilizzate, la demolizione selettiva dei manufatti edilizi, l’uso di manufatti o materiali da costruzione riciclati, e le azioni di bonifica ambientale.
Si restituisce centralità ai Comuni
Inoltre, si rimette al centro l’autonomia dei Comuni, che potranno deliberare autonomamente per consentire il recupero delle strutture e diventare così uno strumento comunale sistematico dal concreto impatto sul tessuto urbano, specialmente nelle aree più periferiche.
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