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Direttiva Case Green, quale impatto avrà sulle nostre case

Tra i 20.000 e i 55.000 euro a immobile: questo è quanto dovranno spendere la famiglie italiane per adeguare le proprie abitazioni alla Direttiva Case Green

martedì 7 maggio 2024 - Pierpaolo Molinengo

case green fonte Pexels

La direttiva sull'Efficienza Energetica degli Edifici (Epbd), meglio nota come Direttiva Case Green, ha ottenuto il via libera dal Parlamento europeo lo scorso mese di marzo. L’obiettivo di questa nuova norma è quello di ridurre in maniera progressiva le emissioni di gas serra e i consumi energetici entro il 2030. E riuscire, entro il 2050, a centrare la neutralità climatica.

Siamo davanti ad una sfida davvero importante per tutti i paesi che fanno parte dell’Unione europea e per l’Italia in particolare. Sarà necessario, infatti, ammodernare il parco immobiliare. Ma se da un lato il progetto ha un’importante valenza ambientale ed ecologica, dall’altra sono innumerevoli i costi che i singoli paesi dovranno affrontare, nel corso dei prossimi anni, per adeguarsi alla Direttiva Case Green.

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo quale impatto avranno in Italia le novità introdotte dall’Unione europea.

Direttiva Case Green: cosa prevede la normativa

Attraverso la Direttiva Case Green l’Europa impone una vera e propria svolta sulle emissioni degli edifici pubblici e privati. Ma nello specifico come cambieranno le nostre abitazioni? Quali impatti avrà sugli immobili italiani la normativa?

Gli edifici nuovi dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Lo Stato, per gli immobili pubblici, avrà meno tempo: la deadline, infatti, è stata fissata al 2028.

Per il momento è stata abbandonata l’idea delle classi energetiche armonizzate. Ad ogni modo il 16% degli edifici pubblici con le peggiori condizioni energetiche - come riferimento si è preso il 2020 - dovrà essere ristrutturato entro il 2030. La percentuale sale al 26% entro il 2033.

Per quanto riguarda le abitazioni private viene applicato un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035. Riuscire a centrare questi obiettivi comporta degli interventi molto importanti, come:

  • il cappotto termico;
  • la sostituzione degli infissi;
  • nuove caldaie a condensazione;
  • pannelli solari.

Soffermandosi proprio sui pannelli solari, è stato introdotto l'obbligo di installarli negli edifici nuovi. L’obbligo sarà introdotto progressivamente nel periodo compreso tra il 2026 e il 2030. Per gli edifici residenziali, invece, dovranno essere attuate delle strategie, politiche e misure che portino progressivamente alla loro adozione sempre entro i 2030.

Dal 2040, invece, sarà necessario dire addio alle caldaie a combustibili fossili. Dal 2025 saranno aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno introdotti, invece, degli incentivi attraverso i quali incoraggiare sistemi di raffreddamento e riscaldamento alimentati da energie rinnovabili.

Il piano nazionale italiano

L’Italia, come tutti gli altri membri dell’Unione europea, dovrà presentare un piano per soddisfare le richieste messe in campo proprio dalla Direttiva Case Green. Stando a quanto anticipa il Corriere della Sera, i lavori per ridurre i consumi e rendere più efficienti i vecchi edifici dovrebbero essere simili a quelli del Superbonus.

Stando a quanto anticipato dal quotidiano milanese, il piano potrebbe includere la sostituzione delle finestre e delle porte con dei modelli che siano energeticamente più efficienti. In molti casi potrebbe essere necessario realizzare il cappotto termico e dire ufficialmente addio alle vecchie caldaie.

Stando ad una stima effettuata da Fillea-Cgil le ristrutturazioni potrebbero coinvolgere almeno il 15% degli edifici, che attualmente sono in classe F e G entro il 2030. E il 25% di quelli che rientrano nelle classi energetiche più basse entro il 2033.

Direttiva Case Green: a quanto ammonta la spesa

Quanto spenderà il sistema paese per adeguarsi alla Direttiva Case Green? Complessivamente il conto si potrebbe aggirare intorno ai 270 miliardi di euro. A fare questa stima è il Centro Studi Unimpresa che ha calcolato che in Italia a fronte di quasi 12,5 milioni di unità immobiliari, almeno il 61% di queste - ossia 7,6 milioni - sono classificate nelle classi energetiche F e G, ossia le peggiori. E che quindi dovranno essere riqualificate effettuando degli investimenti particolarmente importanti a carico delle famiglie.

Mediamente, secondo le stime del Centro Studi di Unimpresa, il costo per adeguare ai parametri della Direttiva Case Green gli immobili oscilla tra i 20.000 e i 55.000 euro. Il patrimonio immobiliare italiano, almeno per buona parte, è stato costruito prima della Seconda guerra mondiale. Entrando nel dettaglio è composto da 12.498.596 unità (sempre secondo le stime di Unimpresa). Di queste:

  • appartengono alla classe energetica migliore A4 137.814 immobili (l’1,1%);
  • appartengono alla classe A3 138.103 immobili (1,1%);
  • in classe A2 sono presenti 176.377 immobili (1,4%);
  • in classe A1 ci sono 225.671 immobili (1,8%).

Proseguiamo a vedere quelli presenti nella altre classi:

  • 287.994 (2,3%) immobili sono in classe B;
  • 522.901 (4,2%) immobili sono in classe C;
  • 1.269.155 (10,2%) immobili sono in classe D;
  • 2.118.057 (16,9%) immobili sono in classe E;
  • 3.157.942 (25,3%) immobili sono in classe F;
  • 4.464.582 (35,7%) immobili sono in classe G.

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