“I settori Costruzioni e Agricoltura, oltre ad essere oggetto di specifici Piani nazionali di prevenzione, sono quelli con la maggiore frequenza di infortuni mortali per anno di accadimento nella banca dati del sistema Infor.MO”. Lo rileva il volume “Rapporto Inail - Regioni sulle cause degli infortuni mortali e gravi”, realizzato nell'ambito del sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi Infor.MO, che rientra tra le fonti indicate dal Piano Nazionale della Prevenzione in termini di strumenti di conoscenza utili alla programmazione di interventi di prevenzione mirati negli ambienti di lavoro.
Nel settore delle Costruzioni, l’analisi degli infortuni mortali negli anni 2013-2022 (628 casi) in riferimento al rapporto di lavoro “mostra che il 54,4% dei decessi riguarda lavoratori con contratto a tempo determinato o indeterminato, il 19,4% lavoratori autonomi con o senza dipendenti e ben l’11,5% interessa lavoratori irregolari. Circa l’80% dei lavoratori irregolari deceduti svolgevano di fatto essenzialmente tre mansioni: muratori, pontatori/ponteggiatori e artigiani addetti alle rifiniture delle costruzioni, alla pitturazione. Inoltre, negli artigiani addetti alle rifiniture gli irregolari sono superiori al dato medio (+70%), così come nei muratori (+38%).
Incidenti mortali nelle costruzioni: causa principale la caduta dall’alto o in profondità
Analizzando gli incidenti più frequenti nel settore si evidenziano le seguenti tre principali modalità incidentali che rappresentano oltre i ¾ degli eventi mortali registrati: la caduta dall’alto o in profondità dell’infortunato (58,3%), la caduta dall’alto dei gravi (12,3%) e la variazione nella marcia di un veicolo/mezzo di trasporto (7,5%). Le cadute dall’alto caratterizzano il comparto risultando essere quasi tre volte il dato registrato nello stesso periodo (2013 - 2022) per gli infortuni mortali avvenuti in tutti i restanti settori lavorativi (21,0%).
Per i primi tre incidenti più frequenti emergono ulteriori caratteristiche attraverso l’analisi della variabile agente materiale dell’incidente. Le cadute dall’alto avvengono principalmente da attrezzature per lavoro in quota (39,9%, spesso ponteggi, scale portatili, trabattelli) oppure da tetti o coperture (30,6%, ad esempio durante attività di manutenzione o rifacimento strutture). Nelle cadute dall’alto di gravi su operatori gli agenti materiali più coinvolti sono le macchine di sollevamento e trasporto materiali (18,2%), gli scavi (16,9%, durante attività all’interno degli stessi), i muri e pareti (14,3%) intesi come l’elemento da cui si stacca il grave che va a colpire il lavoratore provocandogli un danno. Tali situazioni riguardano spesso attività di demolizione ma anche di installazione di parti di impianti all’interno di muri e pareti. Le macchine di cui si perde il controllo sono essenzialmente quelle di movimentazione terra (44,7%), i mezzi di sollevamento e trasporto (25,5%) e veicoli quali furgoni, in particolare in cantieri in presenza di traffico.
Analisi per professione coinvolta
L’analisi per professione coinvolta vede la prevalenza, al netto del dato mancante, di muratori in pietra, mattoni, refrattari, in cemento armato con il 30,8%, di pontatori, altri artigiani ed operai addetti all’edilizia con il 14,7%, di artigiani ed operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con il 13,9%. Si segnala anche la presenza di imprenditori con il 3,7%, essenzialmente lavoratori autonomi.
Classe di età degli infortunati
La classe di età degli infortunati per le prime 6 professioni più presenti risulta essere 55 - 64 anni tranne che per gli artigiani e operai specializzati dell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche e per i montatori di carpenteria metallica dove si registra una maggiore frequenza nella classe di età 45 - 54.
Analisi degli incidenti per professione
L’analisi degli incidenti per professione evidenzia frequenze caratterizzanti rispetto al dato per il loro insieme. Nei muratori le cadute dall’alto dei gravi sono di 1/3 superiori al dato medio (16,3% vs 12,3%) mentre i colpi di calore e di fatica sono circa il 90% più alti (2,7% vs 1,4%) che per il totale registrato. Nei Pontatori e ponteggiatori le cadute dall’alto di gravi e il contatto con oggetti, mezzi o veicoli in movimento sono superiori di oltre 1/3 (17% vs 12,3% e 8% vs 5,7%).
Gli artigiani ed operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, alla pitturazione ed alla pulizia degli esterni degli edifici sono più esposti alle cadute dall’alto che oltre ad essere la prima modalità di incidente in questa categoria risulta essere superiore in questa professione di oltre i 3/4 (83,1% vs 58,3%) rispetto a tutte le professioni.
Gli artigiani e operai specializzati dell’installazione e della manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche sono oltre due volte in più soggetti ai contatti elettrici diretti/indiretti rispetto il dato medio (18,2% vs 5,1%) e oltre sei volte maggiormente esposti allo sviluppo di fiamme. Inoltre, il contatto elettrico è la seconda modalità incidentale in termini di frequenza assoluta. Infine, i carpentieri falegnami e i montatori di carpenteria metallica mostrano ambedue incidenze più alte rispetto al dato medio dei colpi di calore fatica rispettivamente di due volte e di cinque volte.
I fattori di rischio e la loro distribuzione
Nel decennio in esame (2013 - 2022) per i 628 eventi mortali nelle Costruzioni risultano associati 1.219 fattori causali.
La distribuzione dei fattori di rischio secondo le sei categorie previste dal modello multifattoriale mostra gli aspetti procedurali dei lavoratori infortunati (40,4%), le problematiche riscontrate negli ambienti di lavoro, che risultano essere superiori al dato per tutti i settori (18,6% vs 13,9%), le criticità nelle attrezzature coinvolte (16,6%) ed emerge poi, se confrontata con il rispettivo valore negli altri settori, la quota di problemi di sicurezza segnalati per i dispositivi di protezione individuale (13,8% vs 7,7%). Seguono infine le problematiche procedurali di terzi (9,2%) in linea con l’insieme dei settori lavorativi mentre le criticità registrate per il fattore materiali sono circa la metà rispetto al dato totale (1,7% vs 3,1%).
Esaminando nel dettaglio i problemi di sicurezza per gli aspetti procedurali emergono errori nelle modalità operative dovuti ad azioni estemporanee (58,7%), ma anche a pratiche abituali e tollerate (19,7%) o a carenza di formazione, informazione o addestramento (15,2%).
Le criticità degli ambienti di lavoro
Le criticità degli ambienti di lavoro hanno riguardato diversi aspetti. La modalità più segnalata è stata l’assenza di barriere, protezioni, parapetti, armature (48,2%), seguita dalla presenza di elementi pericolosi e linee elettriche nelle aree di lavoro (9,4%), dalla segnaletica mancante o inadeguata (7,1%) e dalla mancanza di percorsi (6%) che avrebbero consentito a pedoni e mezzi di muoversi in condizioni di sicurezza.
Attrezzature, macchine e impianti
Nelle attrezzature, macchine e impianti in uso nel ciclo lavorativo emergono l’assenza di protezioni (35,6%), l’inadeguatezza delle stesse (9,4%), la loro rimozione o manomissione (4,0%) e la presenza di elementi pericolosi (3,5%). Le macchine, attrezzature impianti più coinvolti risultano essere le impalcature, le scale portatili, i trabattelli e le piattaforme aeree, le gru, paranchi e carroponti, i mezzi di movimento terra, camion e carrelli elevatori.
Azioni degli operatori spesso abbinate a condizioni di non sicurezza dell’ambiente
Nel sottoinsieme degli eventi di caduta dall’alto del lavoratore si riscontrano frequentemente fattori causali dovuti ad azioni degli operatori (ad esempio stazionamento, passaggio, calpestamento di superfici non portanti) spesso abbinate a condizioni di non sicurezza dell’ambiente dov’era in corso la lavorazione. Superiore rispetto alla media del settore la quota dei dispositivi di protezione individuale, quasi esclusivamente cinture di protezione dalle cadute dall’alto per mancato uso o perché non fornite.
Cadute dei gravi dall'alto
Per le cadute dall’alto dei gravi, si evidenziano criticità legate alla categoria Attività terzi con un peso praticamente doppio rispetto alla media del settore per il complesso degli incidenti (20,5% vs 9,2%). Queste rimandano frequentemente a fasi lavorative in cui non è stata adeguatamente gestita l’interferenza tra mezzi e impianti di sollevamento/trasporto materiali e operatori a terra. Altri scenari tipici per la modalità di accadimento in esame sono le attività condotte (demolizione, installazione impianti, ecc.) soprattutto in ambienti a ridosso di muri o all’interno di scavi privi dei necessari sistemi di protezione quali barriere, parapetti, armature.
Perdita di controllo dei mezzi
L’analisi della terza modalità incidentale più frequente nelle Costruzioni, ovvero la perdita di controllo dei mezzi con conseguente ribaltamento o investimento di lavoratori, evidenzia tra i fattori di rischio le problematiche legate ad errori nella conduzione dei mezzi sia da parte dell’infortunato che di terzi che risultano essere superiori rispetto alla media del settore per il complesso degli incidenti. In tale casistica rientrano anche gli infortuni in ambienti in presenza di traffico veicolare dati dall’investimento di operatori da parti di automezzi che invadono l’area di cantiere”.