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PNRR, il Parlamento UE chiede una proroga di 18 mesi per i progetti in fase avanzata

La scadenza nel 2026 rappresenta un rischio significativo. La risoluzione approvata dall'Europarlamento chiede alla Commissione, oltre alla proroga, anche di istituire nuovi programmi, flessibili e in grado di adattarsi ai cambiamenti garantendo al contempo prevedibilità

giovedì 19 giugno 2025 - Alessandro Giraudi

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Con una risoluzione non legislativa adottata ieri con 421 voti favorevoli, 180 contrari e 55 astensioni, il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione Ue una proroga di 18 mesi per i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR)

La scadenza nel 2026 del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) rappresenta un rischio significativo. L'Europarlamento ha espresso preoccupazione per i tempi ristretti per l’attuazione dei fondi rimanenti, che mettono a rischio il completamento delle riforme previste, dei grandi progetti e dell’innovazione, così come il raggiungimento del 70% di obiettivi ancora pendenti. 

Si chiede dunque alla Commissione di istituire nuovi programmi, flessibili e in grado di adattarsi ai cambiamenti garantendo al contempo prevedibilità. Viene inoltre richiesta una proroga di 18 mesi per i progetti in fase avanzata.

I finanziamenti devono puntare su infrastrutture, energia e difesa europea 

Nella risoluzione, i deputati europei affermano come il dispositivo RRF abbia contribuito ad evitare la frammentazione del mercato interno e a favorire la ripresa e ribadiscono che tali fondi non devono sostituire quelli della politica di coesione. Si chiede poi di destinare gli investimenti a difesa, educazione, energia e infrastrutture transfrontaliere, come le ferrovie ad alta velocità, e di accelerare quelli riguardanti la protezione sociale e l’inclusione dei gruppi vulnerabili. Inoltre, i deputati invitano gli Stati membri a rivedere i propri piani nazionali di investimento sfruttando il piano REPowerEU per rafforzare l’autonomia energetica dell’UE.

Preoccupazione per il costo degli interessi sul capitale del Next Generation EU

Nonostante i benefici a lungo termine del dispositivo per la ripresa e la resilienza sul PIL potrebbero superare da tre a sei volte le risorse spese, i deputati Ue esprimono preoccupazione per il costo complessivo degli interessi sul capitale del Next Generation EU (NGEU). Chiedono un collegamento più chiaro tra traguardi, obiettivi e realizzazione concreta dei progetti, esortando la Commissione a tener conto delle raccomandazioni della Corte dei conti europea per eventuali strumenti futuri basati sulle performance, in particolare nell’ambito di un quadro finanziario pluriennale più mirato.

Servono procedure più semplici per le domande e la rendicontazione

Nella risoluzione viene apprezzato il ruolo del quadro di valutazione del dispositivo RRF, ma si chiede l’inclusione di informazioni su appaltatori e subappaltatori e sui loro beneficiari effettivi. Servono inoltre procedure più semplici per le domande e la rendicontazione, così da favorire i piccoli beneficiari e migliorare l’uso dei fondi, affermano i deputati europei. 

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