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Superbonus 110% per i castelli: la risposta del ministro Giuli in question time alla Camera

Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha riferito che in merito allo stato dei controlli, il Ministero non ha ricevuto atti di impegno da parte dei beneficiari del Superbonus per le unità A/9. Di conseguenza, non dispone di dati per monitorare l’adempimento dell’obbligo di apertura dei castelli

mercoledì 4 giugno 2025 - Alessandro Giraudi

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Di quali informazioni dispone il Ministro della Cultura circa il numero effettivo delle dimore storiche che hanno usufruito del Superbonus 110%, e il relativo impatto sui conti pubblici. 

Lo ha chiesto una interrogazione presentata il 27 maggio dal deputato Galeazzo Bignami (FDI), nella quale si evidenzia che “secondo quanto emerso da una recente inchiesta giornalistica, delle otto dimore di valore storico che hanno usufruito degli incentivi fiscali previsti dal cosiddetto superbonus, di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 77 del 2020, soltanto una risulterebbe facilmente individuabile. 

La normativa inizialmente escludeva gli immobili di pregio: il superbonus non si applicava, infatti, alle unità immobiliari appartenenti alle unità catastali A/1, A/8 e A/9, ovvero abitazioni signorili, ville e castelli, ma poi la misura si è allargata nello spazio e nel tempo, ma soprattutto nei costi, e uno di questi ampliamenti, opera dell'allora Ministro Franceschini, fu proprio l'estensione dell'incentivo fiscale agli edifici di categoria catastale A/9, a condizione che potessero essere aperti al pubblico. 

Sempre secondo l'articolo di stampa, al fine di poter usufruire delle detrazioni spettanti al 110 per cento era sufficiente inviare una semplice comunicazione alla soprintendenza da parte dei proprietari delle dimore storiche, aprendo peraltro al pubblico le strutture soltanto un giorno al mese per cinque anni. 

Secondo il report di Enea, che monitora gli interventi dell'incentivo fiscale, sono stati ristrutturati otto castelli in quattro regioni: Piemonte, Lombardia, Lazio e Basilicata per un costo complessivo di circa 1 milione di euro (135 mila euro cadauno), ma non si sa quali siano e dove si trovino di preciso. 

Tra le dimore storiche che avrebbero beneficiato del superbonus anche una dimora storica in Calabria, una regione in cui, però, secondo i dati dell'Enea non dovrebbe essercene nessuna. Un castello medievale di Gioiosa Ionica, da un paio di secoli di proprietà dei marchesi Pellicano-Barletta, che sarà visitabile soltanto a partire da gennaio 2026
”. 

Nell'interrogazione si denuncia che “la mancanza di trasparenza in merito agli immobili che hanno beneficiato dell'incentivo fiscale del superbonus pari al 110 per cento rende impossibile conoscere l'elenco esatto delle dimore storiche che ne hanno usufruito e, a oggi, non si hanno informazioni precise in merito agli altri sette castelli ristrutturati, visto che i dati non coinciderebbero con il report mensile pubblicato dall'Enea”. 

La risposta del ministro Giuli

Nel question time alla Camera del 28 maggio 2025, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha riferito che in merito allo stato dei controlli, il Ministero non ha ricevuto atti di impegno da parte dei beneficiari del Superbonus per le unità A/9. Di conseguenza, non dispone di dati per monitorare l’adempimento dell’obbligo di apertura, requisito essenziale ai fini della fruizione del Superbonus secondo quanto stabilito dal comma 15-bis dell'art. 119 per gli immobili di categoria catastale A/9.

Giuli ha denunciato la mancanza di un sistema di controlli efficace nella disciplina del Superbonus, nonché la difficoltà del Ministero della Cultura nel monitorare le agevolazioni concesse agli immobili A/9.

Leggi anche: “Superbonus 110% per i castelli: presentata una interpellanza parlamentare

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