Quali sono i motivi che stanno rallentando il processo per l'adozione del decreto ministeriale sul cosiddetto «Conto termico 3.0» e quali iniziative urgenti di competenza il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, intende intraprendere per renderlo finalmente operativo.
Lo chiede una interrogazione a risposta in commissione Ambiente della Camera, presentata il 15 aprile scorso dal deputato Enrico Cappelletti (M5S).
L'interrogazione ricorda che lo schema di decreto in oggetto aggiorna le regole per l'incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l'incremento dell'efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili di cui al decreto ministeriale del 16 febbraio 2016.
900 milioni all'anno di incentivi
A tale scopo, il provvedimento mette a disposizione 900 milioni all'anno per le amministrazioni pubbliche, i soggetti privati, i condomini, gli enti del terzo settore ma anche per le configurazioni di autoconsumo come le CER (Comunità Energetiche Rinnovabili).
Successivamente alla consultazione tenuta dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica a maggio 2024, lo schema di decreto è stato condiviso per la prima volta nella riunione tecnica della Conferenza unificata il 7 marzo 2025 e attende ancora di essere approvato definitivamente. Successivamente sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore nei successivi novanta giorni. Entro sessanta giorni dalla pubblicazione in G.U., il MASE, su proposta del Gestore dei servizi energetici (GSE), responsabile dell'erogazione degli incentivi, dovrà adottare le regole attuative.
Solamente a conclusione dei passaggi sopra indicati sarà possibile presentare la richiesta di incentivo al portale per la presentazione delle domande e il «Conto termico 3.0» potrà diventare finalmente operativo.
Crescente malcontento tra i sindaci
L'interrogazione segnala che “sui ritardi esposti si sta alimentando anche un crescente malcontento tra gli amministratori che ha portato l'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) a sollecitare con una lettera inviata nei giorni scorsi al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ad intervenire affinché vi sia un'accelerazione dell'iter di approvazione. L'Associazione teme il forte rischio che i ritardi per rendere operativo il provvedimento facciano perdere le risorse per efficientare il proprio patrimonio. Una situazione che comprometterebbe anche le opportunità di riduzione dei costi energetici della pubblica amministrazione e l'attivazione di investimenti da parte di numerose imprese”.