Secondo l'ultimo Rapporto SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, nel 2024 il consumo di suolo dovuto ai nuovi pannelli fotovoltaici risulta quadruplicato: si passa dai 420 ettari del 2023 a oltre 1.700 ettari del 2024 (dei quali l’80% su superfici precedentemente utilizzate ai fini agricoli) di suolo ricoperto, un aumento notevole se si considerano i 75 ettari e i 263 rilevati rispettivamente nel 2021 e nel 2022. Tra le regioni che destinano più territorio a questo tipo di impianti spiccano Lazio (443 ettari), Sardegna (293 ettari) e Sicilia (272 ettari).
Passa, infine, dai 254 ettari del 2023 ai 132 ettari del 2024 la superficie destinata agli impianti fotovoltaici a terra come l’agrivoltaico che, limitando l’impatto sul suolo, non vengono considerati tra le cause di consumo.
Logistica
Anche su questo fronte non si registrano diminuzioni: dal 2006 a oggi, le coperture artificiali riconducibili alla logistica raggiungono un totale di poco superiore ai 6.000 ettari. Un fenomeno che risulta in aumento soprattutto in Emilia-Romagna (+107 ettari), Piemonte (+74 ettari) e Lombardia (+69 ettari).
Data center
Negli ultimi anni, al progressivo consumo di suolo dovuto alla logistica si è affiancata una nuova dinamica territoriale dovuta all’espansione dei data center, alimentata dalla crescente esigenza di infrastrutture digitali e servizi cloud. Tale sviluppo ha comportato, nel solo anno 2024 e considerando gli interventi più significativi, l'occupazione di oltre 37 ettari di superficie, con una concentrazione prevalente nelle aree settentrionali del Paese.
Consumo di suolo, +16% nel 2024 rispetto al 2023
Dal Rapporto SNPA emerge che nel 2024 sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 chilometri quadrati, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Con oltre 78 km2 di consumo di suolo netto si tratta del valore più alto dell’ultimo decennio.
Ogni ora si perde una porzione di suolo pari a circa 10mila mq
A fronte di poco più di 5 km² restituiti alla natura, il quadro resta sbilanciato: ogni ora si perde una porzione di suolo pari a circa 10mila metri quadrati, come se dal mosaico del territorio venisse staccato un tassello dopo l’altro.