Nel settembre scorso è partito in Commissione Ambiente della Camera l'esame in sede referente della proposta di legge n. 2332, di iniziativa dei deputati Mazzetti e altri, recante “Delega al Governo per l’aggiornamento, il riordino e il coordinamento della disciplina legislativa in materia edilizia” - nuovo Testo Unico delle Costruzioni -, presentata il 28 marzo 2025.
ASSISTAL: “La riforma riconosca la centralità della dimensione impiantistica per edifici intelligenti e autonomi”
Audita il 14 ottobre dalla VIII Commissione Ambiente della Camera, ASSISTAL (l’Associazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta le imprese del settore impiantistico, del Facility Management e dei Servizi di Efficienza Energetica) chiede che la riforma riconosca in modo esplicito il ruolo centrale della dimensione impiantistica e tecnologica nel sistema edilizio, ponendo le basi per una progettazione integrata che consideri fin dall’origine gli aspetti energetici, ambientali e digitali dell’edificio. L’obiettivo è trasformare il comparto delle costruzioni in una leva strategica per la transizione ecologica, l’innovazione industriale e il benessere urbano.
“L’edificio non può più essere concepito come un semplice involucro strutturale,” ha dichiarato a margine Roberto Rossi, Presidente di ASSISTAL. “Deve essere un sistema intelligente e sostenibile, capace di produrre energia, gestirla in modo efficiente e dialogare con le reti e le comunità locali. È questa la vera evoluzione dell’edilizia del futuro.”
È importante che siano previsti spazi e requisiti minimi per l’integrazione di impianti da fonti rinnovabili e per le infrastrutture dedicate alla mobilità elettrica, oltre alla promozione di modelli di autonomia energetica come le Comunità Energetiche e le “isole energetiche”, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalle reti nazionali e rafforzare la resilienza dei territori.
Nella memoria presentata alla Commissione, ASSISTAL ha evidenziato anche la necessità di una pianificazione impiantistica centralizzata per migliorare le performance energetiche e contenere i costi di gestione, di un approccio improntato all’economia circolare nell’utilizzo dei materiali e dell’adozione di sistemi digitali di monitoraggio e manutenzione predittiva. Ugualmente rilevante è la definizione chiara delle responsabilità degli operatori del settore, al fine di garantire sicurezza, qualità e continuità delle prestazioni nel tempo.
“La transizione ecologica non può realizzarsi senza edifici che producano e gestiscano energia rinnovabile, perché riconoscere il valore dell’impiantistica significa dare concretezza agli obiettivi di decarbonizzazione e autonomia energetica. Solo edifici tecnologicamente evoluti e progettati in chiave integrata potranno diventare infrastrutture strategiche della transizione ecologica e della qualità della vita dei cittadini” ha concluso Rossi.