“Riteniamo che un Paese come l'Italia debba dotarsi di grandi infrastrutture e tra di esse di certo rientrano opere pubbliche e private. Allo stesso tempo, resta fermo il principio che ogni opera debba essere realizzata nel rispetto assoluto di tutte le garanzie tecniche ed amministrative previste dalle norme vigenti, a tutela degli interessi della collettività”.
Così, in una nota congiunta, i Consigli Nazionali di Ingegneri, Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Geologi, Geometri e Geometri laureati, commentano la decisione della sezione centrale di controllo della Corte dei Conti, che ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina (LEGGI TUTTO). 
OICE: “Pieno rispetto per i magistrati, ma è bene non fermare il processo avviato”
L’OICE, Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, sottolinea la necessità di individuare soluzioni che consentano di proseguire il processo avviato, senza che un inciampo tecnico e procedurale ne comprometta la continuità.
Per il Presidente Giorgio Lupoi, “al di là del merito delle motivazioni che saranno rese note dalla Corte nelle prossime settimane, riteniamo che si tratti di un inciampo che non deve fermare il processo. È un momento da superare, come già accaduto in passato nel nostro Paese.” Lupoi ricorda infatti che “nel febbraio 1998, il Governo Prodi, a fronte di una analoga decisione delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, registrò con riserva il decreto di proroga della concessione alla Società Autostrade fino al 2038, sbloccando definitivamente la procedura di vendita avviata nel luglio 1996. Un precedente che dimostra come sia possibile rispettare le istituzioni senza interrompere percorsi strategici.”
Per Lupoi “il Ponte si inserisce nella grande tradizione dell’ingegneria e dell’architettura italiana, come già accaduto con opere emblematiche quali l’Alta Velocità ferroviaria e il MOSE di Venezia. Entrambe hanno contribuito a migliorare la qualità infrastrutturale del Paese e a rafforzarne il posizionamento internazionale. Queste opere sono frutto dell’ingegno italiano, un vero e proprio 'Made in Italy dell’ingegneria' da preservare e valorizzare”.
Infine, sottolinea il Presidente dell'OICE, anche dal punto di vista dei costi delle grandi opere “il Ponte ha un costo stimato di 13,5 miliardi di euro, comprensivo di infrastrutture ferroviarie, stradali e opere ambientali; l’Alta Velocità ferroviaria comportò un investimento complessivo di circa 50 miliardi di euro per 1.280 km di linea e per il MOSE di Venezia il costo totale fu di circa 6 miliardi di euro, con elevati costi di gestione e manutenzione. Il Ponte si colloca dunque nello stesso ordine di grandezza economica delle altre grandi opere italiane, confermandone la coerenza strategica e finanziaria.”
Nel concludere, Lupoi afferma che “il Ponte sullo Stretto non è solo un’infrastruttura: è un simbolo di connessione, progresso e ambizione nazionale. L’OICE ribadisce l’opportunità di proseguire il percorso avviato, nel rispetto delle istituzioni e delle procedure, ma con la consapevolezza che le grandi opere richiedono visione, pazienza e coraggio”.
 
                 
         
             
        