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Riforma dell’autorizzazione paesaggistica, ANCI: estendere al massimo i criteri di delega

In audizione sul DDL n. 1372, l'Associazione nazionale dei comuni ha proposto tra l'altro una riformulazione del silenzio assenso nella procedura ordinaria di autorizzazione paesaggistica che garantisca certezza all’intero procedimento

giovedì 17 aprile 2025 - Alessandro Giraudi

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“Si esprime apprezzamento per l’iniziativa legislativa e si valutano positivamente i contenuti del provvedimento pur ribadendo e auspicando, comunque, la necessità che la riforma proposta, seppur parziale, della disciplina delle autorizzazioni paesaggistiche avvenga nel rispetto della tutela del paesaggio e dei beni culturali costituzionalmente garantiti”.

Così l'Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) in audizione davanti alle Commissioni Riunite Cultura ed Ambiente del Senato sul disegno di legge n. 1372Delega al Governo per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica”, presentato al Senato su iniziativa della Lega.

IL DDL prevede una serie di misure finalizzate alla semplificazione complessiva delle procedure di autorizzazione paesaggistica. In particolare, il DDL prevede:
- alcune modifiche puntuali al D. lgs. 42/2004 (articolo 2, comma 1), finalizzate a garantire maggiore certezza dei tempi di rilascio, ad esempio, dell’autorizzazione paesaggistica ordinaria (articolo 146 D.lgs. 42/2004) e dell’accertamento di compatibilità paesaggistica in sanatoria (artt. 167 e 181 D.lgs. 42/2004);
- la delega alla revisione dell’Allegato A del Dpr 31/2017 recante l’elenco degli interventi ed opere in aree vincolate esclusi dall'autorizzazione paesaggistica, per estenderlo ad ulteriori casistiche (articolo 2, comma 2);
- la delega alla revisione del D.lgs. 42/2004 con specifico riguardo alle procedure di autorizzazione paesaggistica, secondo una serie di princìpi e criteri direttivi (articolo 3).

Dunque il disegno di legge, dopo una serie di interventi normativi di carattere frammentario sulle procedure disciplinate dal D.lgs. 42/2004 e dal DPR n.31/2017, ha l’obiettivo di affrontare in modo complessivamente più organico la materia.

Le procedure di rilascio rallentano l'attività dei Comuni

“Le procedure di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica sono molto complesse e rappresentano uno dei principali fattori di rallentamento e di complessità dell’attività amministrativa dei Comuni, fattori che incidono significativamente sui tempi di attesa dei privati cittadini e delle imprese, a danno della certezza del diritto e a discapito della competitività complessiva del sistema Paese. La tempestività dell’azione amministrativa, che richiede sia garantita la conclusione dei procedimenti avviati su istanza di parte in tempi certi e rapidi, rappresenta infatti un elemento cruciale per la crescita socio economica dei territori, essendo il fattore tempo una variabile essenziale della programmazione finanziaria privata, di cui è necessaria una ragionevole prevedibilità”, osserva l'Anci.

Bilanciare e tutelare i diversi interessi coinvolti

“Anche alla luce dell’importante e spesso ondivago contenzioso maturato sul tema, appare quanto mai necessaria la definizione di una disciplina paesaggistica equilibrata, attraverso il pieno utilizzo degli strumenti di semplificazione amministrativa definiti dalla legge 241/1990, in grado di bilanciare e tutelare i diversi interessi coinvolti, garantendo il rispetto dell’interesse alla tutela del paesaggio e dei beni culturali con la rimodulazione dei tempi amministrativi, la semplificazione del procedimento e il rafforzamento della certezza del diritto”, suggerisce l'Associazione dei comuni, che evidenzia la necessità di ulteriori precisazioni, anche ai fini di un miglior coordinamento con le discipline di settore ed in particolare la disciplina dei titoli edilizi.

Riformulazione del silenzio assenso ed estensione dei criteri di delega

L'Anci propone una riformulazione del silenzio assenso nella procedura ordinaria di autorizzazione paesaggistica che garantisca certezza all’intero procedimento. Inoltre, suggerisce un’estensione dei criteri di delega anche a:
1. introduzione del principio per cui ove gli atti regolamentari siano adottati dai Comuni di concerto con le competenti Soprintendenze, i singoli interventi edilizi proposti dal privato, purché conformi alle previsioni regolamentari, sono esenti dall’autorizzazione paesaggistica;
2. superamento delle sequenze istruttorie attualmente previste per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, prevedendo che il Soprintendente effettui le proprie verifiche sulla proposta progettuale contestualmente alla Regione/altro Ente delegato;
3. inserimento di un principio che renda vincolante la piena digitalizzazione della procedura e la conseguente trasmissione telematica degli atti in ogni fase del procedimento;
4. razionalizzazione del giudizio di compatibilità paesaggistica, esplicitando i profili da indagare ai fini del rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, limitando i margini di valutazione estetica e di decisionalità soggettiva, rendendo i provvedimenti dell'amministrazione in materia di autorizzazione paesaggistica motivati e ripetibili;
5. previsione di procedure omogenee nell’intero territorio nazionale secondo principi di massima semplificazione della documentazione da presentare unitamente all’istanza e relativa Modulistica da adottarsi con atti di Conferenza Unificata;
6. esclusione dell’autorizzazione paesaggistica in caso di piani attuativi in cui le Sovrintendenze abbiano già espresso il loro parere e gli interventi edilizi siano conformi a tali piani;
7. allineamento dei termini di efficacia delle autorizzazioni con i titoli edilizi.

Leggi anche: “Autorizzazione paesaggistica e revisione codice beni culturali: le osservazioni dell'INU

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