Sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia del 9 luglio scorso è pubblicata la Legge regionale 4 luglio 2025, n. 9 recante “Modifiche alla legge regionale 11 novembre 2009, n. 19 (Codice regionale dell’edilizia)”.
Recepiti molti punti del Salva Casa
Composta da 20 articoli, questa legge regionale (in allegato) è entrata in vigore il 10 luglio. Con essa il Friuli Venezia Giulia si dota di un quadro normativo organico e aggiornato, attento alle peculiarità del territorio regionale, e recepisce molti aspetti contenuti nel decreto nazionale "Salva Casa" (Decreto Legge 29 maggio 2024 n. 69, convertito con modificazioni nella legge 24 luglio 2024 n. 105).
Gli obiettivi principali includono la semplificazione dei procedimenti edilizi, riducendo tempi e incertezze; la promozione del riuso dell'esistente, superando vincoli burocratici su difformità minori; la riattivazione di alloggi oggi inutilizzati, liberandoli da ostacoli normativi; il rafforzamento dell'equità tra cittadini, tecnici e amministrazioni, attraverso regole chiare e condivise.
Testo frutto di un iter partecipato
Il testo è frutto di un percorso partecipato, avviato nel 2024 e sviluppato con il contributo degli Ordini professionali, dei Comuni e del Consiglio delle Autonomie Locali, per garantire una normativa applicabile, equilibrata e capace di rispondere alle reali esigenze del territorio del Friuli Venezia Giulia.
"A livello regionale - ha spiegato l'assessore regionale a Infrastrutture e territorio Cristina Amirante - stiamo cercando di sanare, in determinati casi, una serie di situazioni emerse soprattutto con l'introduzione dei bonus edilizi. In quel contesto è emersa chiaramente l'impossibilità di vendere o di ristrutturare approfittando dei bonus, perché alcune violazioni, ad esempio all'interno dei vani scala dei condomìni, andavano a compromettere la possibilità di intervenire sulle singole unità immobiliari. Oppure pensiamo alle tolleranze, che finora sono sempre state troppo stringenti e non tengono conto - e parliamo in certi casi di pochi centimetri - di piccole variazioni che possono derivare da errori costruttivi o da difformità tra il progetto e la realizzazione effettiva".
"Con una serie di piccoli accorgimenti, oggi possiamo rimettere in circolo un patrimonio edilizio che di fatto è bloccato. In Aula spesso l'opposizione sottolinea l'esistenza di tantissimi alloggi sfitti o non utilizzabili. Il motivo è proprio questo: quegli immobili non possono essere resi conformi alle norme, e quindi non possono nemmeno essere oggetto di un contratto", ha aggiunto Amirante.