Un’atmosfera vivace, un dialogo autentico e un confronto di idee che ha saputo unire professionisti, studiosi e appassionati del mondo dell’architettura. È stato un vero successo l’evento promosso dal CIAM, dedicato al tema “L’intelligenza architettonica è plurale. Il progetto architettonico come opera corale”, che ha visto protagonista il Presidente Claudio Sangiorgi come relatore.
Fin dalle prime battute si è percepito che non sarebbe stato un incontro come gli altri: la formula del dialogo aperto, le tavole rotonde tematiche e la qualità degli interventi hanno creato un contesto di confronto raro, dove ogni voce ha trovato spazio per esprimersi e contribuire a un pensiero comune.
L’architettura come dialogo e armonia
Al centro della riflessione, l’idea che l’architettura non sia mai un atto solitario, ma una costruzione collettiva di pensiero, competenze e sensibilità.
Come ha sottolineato il Presidente Sangiorgi, “l’architettura cresce quando più voci si accordano”: un’affermazione che sintetizza lo spirito dell’incontro e l’approccio proposto dal CIAM.
“L’intelligenza architettonica è plurale” non è soltanto un titolo, ma un invito a ripensare il processo progettuale come un’opera corale, in cui la molteplicità delle prospettive diventa risorsa, e non ostacolo. Attraverso ascolto, confronto e sintesi, il progetto si trasforma in una partitura coerente, capace di generare qualità e responsabilità condivisa.
Tre tavole rotonde, un’unica visione
Le tre tavole rotonde in programma hanno messo in dialogo esperienze diverse — dal mondo accademico alla pratica professionale — offrendo un confronto ricco di spunti e visioni. Ogni intervento ha contribuito a delineare un panorama in cui l’architettura è intesa come linguaggio collettivo, dove il progettista non è più un solista, ma parte di un coro capace di muoversi in un’unica direzione.
Uno sguardo verso la Biennale Architettura 2025
L’iniziativa del CIAM si inserisce nel percorso di avvicinamento alla Biennale Architettura 2025, che metterà al centro il valore della collaborazione e della pluralità come strumenti di innovazione.
Un messaggio potente, che invita a riscoprire il senso profondo del “fare architettura” come atto condiviso, dove il dialogo tra discipline, generazioni e sensibilità diverse è la chiave per costruire un futuro più consapevole e sostenibile.