“Posso annunciare con orgoglio che rivalutiamo di circa il 61% i compensi dei Consulenti Tecnici di Ufficio e stiliamo un new deal del rapporto tra consulente e professioni, indicando criteri specifici per materia, vacazioni e orari. Il consulente tecnico di ufficio al servizio della giustizia diventa un professionista a tutti gli effetti e gli restituiamo quella dignità che è propria del professionista sul mercato ordinario”.
Lo ha dichiarato il Vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, nel suo intervento alla trasmissione Largo Chigi su Urania Tv.
Tra i presenti alla trasmissione il Presidente di Fondazione Inarcassa, Andrea De Maio, che oltre ad accogliere la notizia data da Sisto ha auspicato un equilibrio maggiore tra responsabilità e onorari, affinché la libera professione venga valorizzata idoneamente, eliminando il rischio di perdere i nostri giovani che andranno all'estero portando via il know-how acquisito nelle nostre università.
Riforma CTU, l'audizione di Fondazione Inarcassa
Ricordiamo che sulla riforma della disciplina dei Consulenti tecnici d’ufficio (Ddl 683 e connessi), in discussione al Senato, il Presidente della Fondazione Inarcassa è stato audito l'8 maggio scorso dinanzi alla Commissione Giustizia di Palazzo Madama, sottolineando la necessità di una formazione mirata e di compensi adeguati (LEGGI TUTTO).
Crusi (CNAPPC): “Serve formazione tecnico-giuridica specifica”
Sulla riforma è stato audito anche il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Massimo Crusi. “È importante che il Parlamento attraverso i provvedimenti in discussione al Senato miri a rafforzare il ruolo dei Consulenti Tecnici d’Ufficio (CTU). Registriamo, infatti, da un lato, una grande riduzione del numero dei professionisti disponibili a svolgere questi incarichi, dall’altro, siamo in presenza di un mancato rinnovo generazionale”, ha detto Crusi.
“L’importanza e la delicatezza del lavoro che viene chiamato a svolgere un CTU deve indurci a porre molta attenzione al tema di una formazione tecnico-giuridica specifica omogenea su tutto il territorio nazionale. Ciò per garantire la qualità delle consulenze tecniche e per ridurre il rischio di errori procedurali che possano pregiudicare i processi. Formazione che potrebbe senz’altro essere affidata, relativamente alla nostra professione, al sistema ordinistico provinciale”, ha aggiunto il Presidente del CNAPPC.
“Importante poi, la questione della liquidazione dei compensi, fattore questo che allontana i professionisti dal ruolo di consulenti. Intervenire opportunamente sulla liquidazione dei compensi degli ausiliari del giudice, introducendo tempi certi, rappresenta sicuramente una maggiore tutela per i Consulenti ed un elemento di equità. Una tempistica definita è, infatti, un importante passo avanti per assicurare pagamenti puntuali ai Consulenti Tecnici per evitare non solo quelle attese eccessive che si sono riscontrate, ma, talvolta l’impossibilità stessa di percepire il compenso.
Relativamente ai compensi degli esperti stimatori nelle procedure esecutive immobiliari, va assolutamente superato il legame tra compenso dell’estimatore ed esito della vendita immobiliare eliminando così una stortura normativa introdotta nel 2015. Da qui la necessità di abrogare questa disposizione, come proposto, ripristinando il principio secondo il quale il compenso va commisurato al lavoro svolto.”, ha suggerito Crusi.