Nel 2023, con una delibera, la Corte dei conti ha condotto un'analisi sulla gestione delle risorse destinate al “Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica” (FNEE), istituito presso il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, con la gestione di Invitalia.
Nell'arco di quattro anni dall’istituzione del Fondo, solo 2,8 milioni di euro, sui 310 stanziati, sono stati erogati per il finanziamento di progetti di efficientamento o di riduzione dei consumi di energia, con un risparmio energetico conseguito di 11.000 Tonnellate equivalenti di petrolio (Tep), a fronte dei 15,5 milioni indicati al 2020 come uno degli obiettivi nazionali raggiungibili con il concorso di tutte le misure adottate nel settore.
Secondo i magistrati della Corte dei conti, la bassa performance registrata dal FNEE è strettamente legata alla sua scarsa attrattività. Quasi tutto il centro-Italia dimostra poco interesse per la misura e, nei casi di Veneto, Puglia e Sardegna, l’interesse è del tutto assente.
Le raccomandazioni indirizzate al MASE dalla Corte si sono incentrate su un adeguato programma di interventi che assicuri pubblicità al Fondo e sull’eventuale spostamento di tutte le risorse destinate alla concessione di garanzie verso i soli finanziamenti a tasso agevolato.
Nuova delibera della Corte e interrogazione al ministro Pichetto
Il 22 aprile 2025 il deputato Enrico Cappelletti (M5S) ha presentato, in commissione Ambiente della Camera, un'interrogazione al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica nella quale si ricorda che “l'arco di tempo trascorso dalla mancata adozione delle misure correttive del FNEE ha portato la Corte dei conti ad adottare una nuova delibera il 1° aprile 2025 nella quale si apprende che, per completare la riforma, mancherebbe ancora il parere del Ministero dell'economia e delle finanze. Ciò, malgrado sia «in corso di avanzata lavorazione», renderebbe le tempistiche del decreto sulla riforma dello strumento «ancora indeterminate» ed incerte”.
Ecoprestito
Quest'ultima delibera della Corte “contiene inoltre anche una raccomandazione nella quale si chiede al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica di valutare «la potenziale destinazione di risorse alla sezione cosiddetto ecoprestito». In pratica, accanto alla sezione «ordinaria» del FNEE dedicata a «Finanziamenti agevolati e fondo perduto» e «Garanzie», ci sarebbe la possibilità di attivarne un'altra dedicata appunto ad un ecoprestito, uno strumento che potrebbe favorire gli investimenti sul risparmio energetico”.
La Corte dei conti ha invitato il MASE «a riferire» entro 30 giorni dal ricevimento della deliberazione «sulle eventuali iniziative intraprese per osservare le raccomandazioni impartite». In caso contrario, il collegio della Corte assegnerà il significato di mancata adozione di ogni misura, prendendone conseguentemente atto.
L'interrogazione chiede al ministro Pichetto “se abbia riferito, come raccomandato dalla Corte dei conti, quali siano le iniziative intraprese per osservare le raccomandazioni impartite e se non ritenga opportuno attivare l'ecoprestito anche per gli interventi di miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione e di imprese attraverso l'autoconsumo collettivo e individuale di energia per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili”.