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Remissione in bonis: arriva il no definitivo del Governo

Rispondendo a un'interrogazione parlamentare, il sottosegretario per l’Economia e le Finanze, Federico Freni, ha chiuso le porte alla richiesta di una riapertura dei termini per chi ha commesso piccoli errori nelle comunicazioni relative alle cessioni dei crediti concernenti i bonus edilizi

mercoledì 2 ottobre 2024 - Alessandro Giraudi

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Rispondendo ieri 26 settembre in Commissione Finanze della Camera all'interrogazione n. 5-02867 illustrata dal deputato Andrea De Bertoldi (MISTO), il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze, Federico Freni, ha chiuso le porte alla richiesta di una riapertura dei termini per chi ha commesso piccoli errori nelle comunicazioni relative alle cessioni dei crediti concernenti i bonus edilizi.

L'interrogazione

Nell'interrogazione si segnala che, nell’ambito delle misure contenute all’interno del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, convertito con modificazioni dalla legge 23 marzo 2024, n. 67, non è stata inserita una disposizione della remissione in bonis relativa alle comunicazioni dell’opzione per la cessione del credito relativa agli incentivi fiscali legati all’edilizia, il cui termine ultimo è scaduto lo scorso 4 aprile 2024.

A giudizio degli Interroganti risulta urgente intervenire sull’istituto della remissione in bonis in relazione alle comunicazioni di opzione per la cessione del credito trasmesse nei mesi di marzo e aprile 2024, ferma restando la definitiva cessazione dell’agevolazione fiscale del Superbonus.

Pertanto, gli Onorevoli chiedono quali iniziative il Ministro dell'Economia e delle Finanze intenda intraprendere, in relazione alla necessità di riconsiderare i termini scaduti lo scorso 4 aprile 2024 al fine di consentire ai contribuenti di correggere eventuali errori su dati e informazioni diversi dall’importo complessivo del credito ceduto o del contributo sotto forma di sconto afferenti alle comunicazioni di cessione inviate all’Agenzia delle entrate, tenuto che la misura normativa non implicherebbe alcun onere aggiuntivo per la finanza pubblica.

La risposta del MEF

Sentiti i competenti Uffici dell’Amministrazione finanziaria, il sottosegretario Freni ha ricordato che “l’articolo 2 del decreto-legge n. 39 del 2024 stabilisce espressamente che l’istituto della remissione non si applica alle comunicazioni in argomento, non è possibile correggere o sostituire le comunicazioni già inviate entro il 4 aprile 2024.

In disparte la necessità di modificare il suddetto quadro regolatorio, per consentire la possibilità di sostituire le comunicazioni errate già registrate in Piattaforma sarebbe, altresì, necessario un adeguamento delle procedure informatiche anche al fine di prevenire abusi e consentirne l’utilizzo solo nei casi ammissibili e, dunque, andrebbero considerati i necessari tempi tecnici di realizzazione oltre l’impiego di notevoli risorse”.

Infine, “occorre tener presente che la prima rata dei crediti di cui trattasi scadrebbe il 31 dicembre 2024 e, quindi, i cessionari avrebbero poco tempo, dopo la sostituzione della comunicazione errata, per utilizzare detta rata in compensazione tramite modello F24 nel termine suddetto”, ha concluso Freni.

Il deputato De Bertoldi, replicando, si è dichiarato non pienamente soddisfatto dalla risposta del Governo. L'interrogante si attendeva infatti un’apertura da parte dell’Esecutivo sul tema della rimessione in bonis. De Bertoldi auspica che vengano avviate ulteriori riflessioni sull’argomento, ribadendo l’importanza di venire incontro alle esigenze di contribuenti e professionisti.

La richiesta dei commercialisti

Ricordiamo che il Consiglio nazionale dei commercialisti, nella memoria al DL Omnibus presentata nei giorni scorsi, ha chiesto che sia consentita la correzione degli errori nelle comunicazioni di opzione di sconto o cessione il cui termine ultimo di presentazione è scaduto il 4 aprile scorso. Una richiesta che non appesantirebbe di un solo euro il monte dei crediti d’imposta attualmente riconosciuto nei cassetti fiscali dei fornitori e cessionari e preso a base dal MEF per la redazione dei documenti di economia e finanza.

Articolo aggiornato il 02 ottobre 2024
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